Da Primo Levi alla generazione dei “salvati”. Incursioni critiche nella letteratura italiana della Shoah dal dopoguerra ai giorni nostri (Giuntina, 2017)

 Da Primo Levi alla generazione dei “salvati”. Incursioni critiche nella letteratura italiana della Shoah dal dopoguerra ai giorni nostri

a cura di Sibilla Destefani

Firenze, Giuntina, 2017

Da Primo Levi alla generazione dei «salvati»

Come lo si evince sin dal titolo – Da Primo Levi alla generazione dei «salvati», incursioni critiche nella letteratura italiana della Shoah dal dopoguerra ai giorni nostri – il presente volume si propone di esplorare il tema della deportazione italiana in un’ottica il più possibile inclusiva, che permetta di offrire una lettura critica dell’insieme delle testimonianze della letteratura genocidiaria a firma maschile e femminile, entro e oltre la memorialistica. Dal corpus testimoniale, composto degli scritti degli uomini e delle donne sopravvissuti alla Shoah, passando dalle rappresentazioni dei grandi poeti del Novecento e arrivando, infine, alle ‘disseminazioni’ cinematografiche e musicali della Shoah nella cultura di massa del nuovo millennio, il volume ambisce a fornire una panoramica delle modalità di rappresentazione e di indagine critica di un evento che scardina i presupposti etici, politici e antropologici dell’Europa moderna, e le cui ombre si allungano fino alla contemporaneità più prossima. (dalla quarta di copertina)

 

Il libro è acquistabile sul sito della casa editrice Giuntina.

Storia dell’epistolario leopardiano

Christian Genetelli, Storia dell’epistolario leopardiano. Con implicazioni filologiche per i futuri editori, Milano, LED, 2016.

Copertina del volume

Per saperne di più

 

 

 

“Gli strumenti umani” di Vittorio Sereni

“Gli strumenti umani di Vittorio Sereni”. Giornata di Studi, Università di Ginevra, 5 dicembre 2013, a cura di Georgia Fioroni, “Quaderni ginevrini d’italianistica” (4), Lecce, Pensa MultiMedia, 2016

I “cantici” di Manzoni. “Inni Sacri”, cori, poesie civili dopo la conversione

I “cantici” di Manzoni. “Inni Sacri”, cori, poesie civili dopo la conversione. Atti del Convegno. Università di Ginevra, 15-16 maggio 2013, a cura di Giovanni Bardazzi (con la collaborazione di Georgia Fioroni e Francesca Latini), “Quaderni ginevrini d’italianistica”, 3, Lecce, Pensa MultiMedia, 2015

Il discorso riportato nella titolazione dei giornali. Il caso del Corriere della Sera

Che il modo in cui le persone si informano sia cambiato, è un dato di fatto: le notizie non si sfogliano ma si “scorrono” su smartphone e tablet e, nella maggior parte dei casi, ci si ferma a titoli e sottotitoli. Per questo, il ruolo degli elementi della notizia si è fatto ancor più centrale che in passato: il titolo, in particolare, da semplice “etichetta” introduttiva del testo, è diventato esso stesso “la notizia”; di qui la necessità di concentrare in poche righe il maggior numero di informazioni e di catalizzare l’attenzione del lettore.

Ma come scrivere un titolo, un occhiello, un sommario efficaci? Quali le strutture sintattiche più adatte e quali segni interpuntivi privilegiare? Come si riporta una dichiarazione (di un politico, di un calciatore, di un esperto ecc.) sintetizzandola ma non modificandone il senso?

Nel suo libro Alfredo Marino analizza questo particolare aspetto della comunicazione giornalistica, partendo da un corpus di articoli del Corriere della Sera.

Il risultato è un accurato studio sui costrutti frasali impiegati per la rappresentazione e riproduzione del discorso diretto, sull’uso della punteggiatura, in accordo o rottura con le norme morfosintattiche.

Un manuale immediato, semplice e utile per chi lavora nel giornalismo ma, più in generale, per tutti coloro che desiderano leggere in modo consapevole.

https://italianistik.unibas.ch/vetrina/2016/

Dante e l’esilio (Longo Editore, 2015)

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Dante e l’esilio

A cura di Johannes Bartuschat

Ravenna, Longo Editore, 2015

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Il ciclo di letture riunite in questo volume indaga, alla luce dei risultati più recenti della ricerca storica e della critica dantesca, un tema centrale per l’opera di Dante, ma anche per la cultura italiana della sua epoca: l’esilio. Molte ricerche importanti ed acute sono già state dedicate all’argomento, mettendone soprattutto in evidenza la dimensione allegorica e la sua funzione strutturante per la Commedia.

I contributi raccolti in questo volume hanno cercato di esplorare alcune vie nuove ed abbozzare percorsi per future ricerche; essi si interessano principalmente alla dimensione storica dell’esilio dantesco, alle modalità secondo cui Dante ha vissuto e concettualizzato il proprio esilio e al modo in cui questa esperienza ha inciso sulla concezione della sua opera filosofica e poetica. Le indagini rivolgono una particolare attenzione al significato politico-civile dell’esilio e si svolgono alla luce di uno studio approfondito e rinnovato del fenomeno, in relazione al contesto storico dell’epoca. Sulla base di una nuova ricognizione delle modalità giuridiche e politiche dell’esilio, i saggi studiano i diversi modo in cui i poeti e i pensatori dell’epoca affrontano la questione del bando e mettono le varie esperienze in relazione all’esilio di Dante.

I saggi propongono, inoltre, una rilettura in quest’ottica di alcuni luoghi cruciali dell’opera dantesca, dalle Rime fino al canto XV dell’Inferno e al canto XXV del Paradiso.

 

Il libro è acquistabile sul sito della casa editrice Longo Editore.

L’ esilio di Dante nella letteratura moderna e contemporanea (Longo Editore, 2016)

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Letture Classensi 45

L’esilio di Dante nella letteratura moderna e contemporanea

a cura di Johannes Bartuschat

Ravenna, Longo Editore, 2016

Tra le vicende biografiche di Dante, ma anche tra i temi della sua poesia, l’esilio è certamente quello che ha più profondamente influenzato la cultura moderna e contemporanea.

I contributi del presente volume ripercorrono alcune tappe della fortuna del Dante-esule, sia in Europa sia Oltreoceano. Nell’Ottocento francese il poeta viene celebrato come una figura eroica, il quale, grazie alla sua sublime poesia, ha saputo affrontare la prova dell’esilio e denunciare i mali del suo tempo. Nel Nord America l’esilio di Dante diventa un simbolo in cui si rispecchia la condizione storica di quei poeti americani costretti all’espatrio, ma anche una condizione esistenziale e culturale, basata sulla nostalgia della “patria” perduta. La  cultura afro-americana vede nella figura del poeta un eroe della libertà; l’inferno dantesco diventa una metafora fondamentale dell’alienante realtà sociale della schiavitù e della segregazione. Nella poesia italiana del Novecento la condizione dell’esilio costituisce l’autentico fil rouge della ricerca di una nuova poetica che assume l’esilio come condizione intrinseca del poeta moderno; la parola poetica dell’esule diventa l’ultimo rifugio di una verità altrimenti inaccessibile. Negli altri paesi, il Novecento segna una fase nuova della lettura di Dante e del significato civile della sua poesia. Se l’Ottocento aveva sottolineato l’eroismo dell’esule e la fedeltà ai suoi ideali, il Novecento scopre in Dante una voce capace di raccontare e di dare corpo all’ingiustizia, all’oppressione e all’orrore della storia. Risulta emblematico il caso del poeta caraibico Derek Walcott; nella sua opera l’esilio diventa la metafora fondamentale per l’esperienza storica dei singoli individui, di un intero popolo: i neri d’Africa deportati e schiavizzati nel “Nuovo Mondo”.

Il libro è acquistabile sul sito della casa editrice Longo Editore.

Dante und die bildenden Künste. Dialoge – Spiegelungen – Transformationen, hrsg. von M. A. Terzoli und S. Schütze, Berlin/Boston, De Gruyter, 2016

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Informazioni

Als Urtext der europäischen Literatur ist Dantes Commedia seit Jahrhunderten Gegenstand einer exegetischen Tradition, die zahllose Kommentare und Auslegungen, aber auch wirkmächtige figurative Interpretationen hervorgebracht hat. Der Dichter selbst war mit der Kunst seiner Zeit bestens vertraut, die Bildhaftigkeit seiner Sprache hat Generationen von Lesern Hölle, Läuterungsberg und Paradies plastisch vor Augen gestellt und große Künstler wie Sandro Botticelli, Luca Signorelli, Michelangelo und Federico Zuccari, später Johann Heinrich Füssli, John Flaxman, William Blake, Eugène Delacroix, Jean-Baptiste Carpeaux, Gustave Doré und Auguste Rodin zu immer neuer Auseinandersetzung herausgefordert hat. In diesen Refigurationen werden sich wandelnde Dante-Lektüren und Dante-Bilder differenziert lesbar, zeigen sich zugleich das ungeheure Deutungs- und Bedeutungspotential des Dante‘schen Textes und die Wirkmächtigkeit seines Dichtermythos.

Der hier vorgelegte Band Dante und die bildenden Künste. Dialoge, Spiegelungen, Transformationen bildet den Auftakt einer neuen Reihe, die unter dem Titel Refigurationen. Italienische Literatur und Bildende Kunst exemplarisch Korrespondenzen und Wechselwirkungen zwischen Texten und Bildern untersucht. Systematisch, aber keineswegs in streng chronologischer Reihenfolge, sollen dabei die großen Dichter Italiens in transdisziplinärer Perspektive beleuchtet werden. Insgesamt versteht sich die Reihe als bewusst mehrsprachiges Forum eines Literaturwissenschaft und Kunstgeschichte verbindenden Dialoges, der theoretische und methodische Fragen an zentralen Schnittstellen der europäischen Geistesgeschichte gemeinsam entwickelt und erprobt.

M. A. Terzoli, Gadda: guida al ‘Pasticciaccio’, Roma, Carocci, 2016, 160 pagine

Copertina

Informazioni

Dedicata a una delle opere più singolari della letteratura italiana, la Guida fornisce un primo approccio al romanzo e insieme nuove suggestioni esegetiche. Dopo una sintetica presentazione di dati editoriali, rapporti con la cronaca nera, grandi precedenti letterari, offre una lettura puntuale di tutti i capitoli, in un percorso agevolato attraverso una materia programmaticamente aggrovigliata. Le strategie compositive e la genesi delle straordinarie invenzioni gaddiane sono messe in rapporto con la tradizione letteraria, ma anche con altre discipline, enciclopedie e guide di viaggio, opere figurative.

“Margini. Giornale della dedica e altro”, 2016, 10

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Numero 10

Collegato all’Archivio informatico della dedica italiana, «Margini. Giornale della dedica e altro» vuole essere un giornale di scambio intellettuale e di riflessione teorica e storica su un argomento che negli ultimi anni ha incontrato un crescente interesse nel mondo scientifico: le dediche e altre parti dell’opera che, operativamente e adottando una terminologia ormai in uso, possiamo chiamare paratesti. O anche, con formula solo in apparenza analoga, “margini del libro”. Diretto da Maria Antonietta Terzoli, prevede un comitato scientifico internazionale: Alberto Asor Rosa (Università “La Sapienza”, Roma), Andreas Beyer (Universität Basel), Mario Lavagetto (Università di Bologna), Helmut Meter (Universität Klagenfurt), Marco Paoli (Biblioteca Comunale di Lucca), Giuseppe Ricuperati (Università di Torino), Sebastian Schütze (Universität Wien). Flessibile e funzionale alla ricerca, «Margini» si compone di tre sezioni, Saggi, Biblioteca, Wunderkammer: la prima comprende studi inediti su dediche e marginalia di varia natura, la seconda propone in facsimile digitale articoli classici sull’argomento, la terza ospita trattatistica antica, antologie e raccolte di dediche, voci di dizionario, testi narrativi, iconografia e curiosità legate al tema. Elemento di coesione del giornale non è un’affinità metodologica o disciplinare, né una comune collocazione cronologica o geografica degli oggetti studiati, bensì una ricerca – anche molto differenziata nei metodi – su oggetti funzionalmente affini, benché tipologicamente dissimili e lontani nel tempo e nello spazio. Studiando il modificarsi di forme, strategie e funzioni di questo genere di testi, “Margini” ambisce a indagare il ruolo dello scrittore attraverso i secoli e le culture, ma anche ad analizzare la complessa, e spesso sofisticata interazione che si stabilisce tra le diverse parti di un’opera.