Letture Classensi 45
L’esilio di Dante nella letteratura moderna e contemporanea
a cura di Johannes Bartuschat
Ravenna, Longo Editore, 2016
Tra le vicende biografiche di Dante, ma anche tra i temi della sua poesia, l’esilio è certamente quello che ha più profondamente influenzato la cultura moderna e contemporanea.
I contributi del presente volume ripercorrono alcune tappe della fortuna del Dante-esule, sia in Europa sia Oltreoceano. Nell’Ottocento francese il poeta viene celebrato come una figura eroica, il quale, grazie alla sua sublime poesia, ha saputo affrontare la prova dell’esilio e denunciare i mali del suo tempo. Nel Nord America l’esilio di Dante diventa un simbolo in cui si rispecchia la condizione storica di quei poeti americani costretti all’espatrio, ma anche una condizione esistenziale e culturale, basata sulla nostalgia della “patria” perduta. La cultura afro-americana vede nella figura del poeta un eroe della libertà; l’inferno dantesco diventa una metafora fondamentale dell’alienante realtà sociale della schiavitù e della segregazione. Nella poesia italiana del Novecento la condizione dell’esilio costituisce l’autentico fil rouge della ricerca di una nuova poetica che assume l’esilio come condizione intrinseca del poeta moderno; la parola poetica dell’esule diventa l’ultimo rifugio di una verità altrimenti inaccessibile. Negli altri paesi, il Novecento segna una fase nuova della lettura di Dante e del significato civile della sua poesia. Se l’Ottocento aveva sottolineato l’eroismo dell’esule e la fedeltà ai suoi ideali, il Novecento scopre in Dante una voce capace di raccontare e di dare corpo all’ingiustizia, all’oppressione e all’orrore della storia. Risulta emblematico il caso del poeta caraibico Derek Walcott; nella sua opera l’esilio diventa la metafora fondamentale per l’esperienza storica dei singoli individui, di un intero popolo: i neri d’Africa deportati e schiavizzati nel “Nuovo Mondo”.
Il libro è acquistabile sul sito della casa editrice Longo Editore.