Il rapido passaggio dell’italiano da lingua della letteratura e dell’uso colto a lingua parlata ha portato con sé importanti cambiamenti, tuttora in corso, che hanno investito tutti i livelli linguistici: lessico, morfologia, sintassi, punteggiatura, semantica, testualità. Alla luce di questa situazione in movimento, e primariamente sulla base di un corpus di scrittura giornalistica contemporanea che si riferisce agli anni 2013-2017 e copre tutto il territorio nazionale, è stato individuato e sottoposto a verifica un uso nuovo del trapassato prossimo: il suo passaggio da tempo verbale anaforico (che trova il suo ancoraggio temporale in un punto di riferimento fissato dal discorso) a tempo verbale deittico (che si definisce a partire dal momento dell’enunciazione), con conseguente ampliamento del proprio ambito d’impiego. L’ipotesi avanzata in questo studio è che sia in corso una partita in cui si riassesta l’insieme dei tempi verbali del passato, che va tenuta in conto anche in prospettiva didattica, nell’insegnamento dell’italiano a stranieri, ambito che sta particolarmente a cuore all’autrice.