Voci sull’Inferno di Dante. Viaggio verso il settimo centenario // Voices on Dante’s Inferno. A Journey towards the 700th Anniversary of the Poet’s Death

Inferno VIII-XIV. Basilea 23-25 ottobre 2019

A cura di: Prof. Dr. Maria Antonietta Terzoli (Universität Basel), Prof. Dr. Zygmunt Barański (University of Notre Dame).


In occasione delle celebrazioni del centenario dantesco l’Istituto di Italianistica dell’Università di Basilea, in collaborazione con The William & Katherine Devers Program in Dante Studies at the University of Notre Dame, intende promuovere un’iniziativa di lettura completa dell’Inferno, che si terrà all’Università di Basilea in cinque incontri di due giornate e mezzo, distribuiti in una sessione primaverile e una autunnale tra il marzo 2019 e il marzo 2021. Il secondo incontro avrà luogo dal 23 al 25 ottobre 2019.

Gli incontri intendono essere l’occasione di un confronto sui singoli canti, alla presenza di tutti i relatori, degli studenti e dei dottorandi. La lettura vera e propria del singolo canto sarà seguita da un’ampia discussione. Il convegno sarà aperto da una lezione serale rivolta anche al pubblico su un tema attinente all’Inferno, ma non direttamente trattato in nessuna delle letture ai singoli canti.

Link al progetto generale

Lezioni Basilesi: Prof. Dr. Lino Pertile (Harvard University), La ‘Commedia’ tra cultura popolare e cultura d’élite

Nel semestre autunnale 2019 il Professor Lino Pertile terrà una serie di lezioni presso il Seminario di Italianistica dell’Università di Basilea. Oltre agli studenti, ai dottorandi e ai docenti sono cordialmente invitate tutte le persone interessate. Il corso si svolgerà dal 7 al 30 ottobre 2019:


  • Lunedì, ore 16-18: 7 ottobre, 14 ottobre, 21 ottobre, 28 ottobre
  • Martedì, ore 16-18: 8 ottobre, 15 ottobre, 22 ottobre, 29 ottobre
  • Mercoledì, ore 16-18: 9 ottobre, 16 ottobre, 23 ottobre, 30 ottobre

Seminario di Italianistica, Maiengasse 51, Basilea
Seminarraum O 105

https://italianistik.philhist.unibas.ch/it/notizie-ed-eventi/lezioni-basilesi/


Voci sull’Inferno di Dante. Viaggio verso il settimo centenario // Voices on Dante’s Inferno. A Journey towards the 700th Anniversary of the Poet’s Death

Basilea 2019-2021.

A cura di: Prof. Dr. Maria Antonietta Terzoli (Universität Basel) e Prof. Dr. Zygmunt Barański (University of Notre Dame)

In occasione delle celebrazioni del centenario dantesco l’Istituto di Italianistica dell’Università di Basilea, in collaborazione con The William & Katherine Devers Program in Dante Studies at the University of Notre Dame, intende promuovere un’iniziativa di lettura completa dell’Inferno, che si terrà all’Università di Basilea in cinque incontri di due giornate e mezzo, distribuiti in una sessione primaverile e una autunnale tra il marzo 2019 e il marzo 2021.

Gli incontri intendono essere l’occasione di un confronto sui singoli canti, alla presenza di tutti i relatori, degli studenti e dei dottorandi. La lettura vera e propria del singolo canto sarà seguita da un’ampia discussione, che sarà pure compresa nei volumi. Ogni sessione sarà introdotta da una lezione serale aperta anche al pubblico su un tema attinente all’Inferno, ma non direttamente trattato in nessuna delle letture ai singoli canti. I risultati di queste giornate saranno pubblicati dall’editore Carocci (Roma) in due volumi, che usciranno nel settembre 2021.


Introduzione all’‘Inferno’
Lettura dei canti I-VII
Università di Basilea, 6-8 marzo 2019.


Composizione e trasmissione dell’‘Inferno’
Lettura dei canti VIII-XIV
Università di Basilea, 23-25 ottobre 2019


Amore e colpa: la ‘Vita nova’, l’esperienza lirica e l’‘Inferno’
Lettura dei canti XV-XXI
Università di Basilea, 11-13 marzo 2020 


Dottrina e dannazione: il ‘Convivio’ e l’‘Inferno’
Lettura dei canti XXII-XXVIII
Università di Basilea, 21-23 ottobre 2020 


Il problema della lingua: il ‘De vulgari eloquentia’ e l’‘Inferno’
Lettura dei canti XXIX-XXXIV
Università di Basilea,10-12 marzo 2021


[CFP] Theories and Methods for History of Translation / Teorie e metodi per la Storia della traduzione / Théories et méthodes pour l’Histoire de la traduction

CALL FOR PAPERS

 

 

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Teorie e metodi per la Storia della traduzione

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un progetto di

Tatiana Crivelli Speciale
(Full Professor, Romanisches Seminar, UZH)

Riccardo Raimondo
(Post-Doc, University of Zurich)

Thomas Vuong
(Post-Doc, University Paris 13)

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in collaborazione con:
Romanisches Seminar (UZH, Zurich)
Doktoratsprogramms «Romanistik: Methoden und Perspektiven» (UZH, Zurich)
Équipe de Recherche Pléiade (Université Paris13)
University of Ottawa

 

 

Teorie e metodi per la Storia della traduzione

Nelle prime righe della sua opera, L’épreuve de l’étranger (1984), Antoine Berman affermava che «la costituzione di una storia della traduzione è il primo compito di una teoria moderna della traduzione» (Berman 1984: 12). Questa riflessione, a trent’anni di distanza, non può che apparire profetica: lo studio delle traduzioni traccia oggi nuovi cammini, poiché si pensa e si ripensa alla luce delle altre discipline e, in particolare, poiché aspira a far parte della storia letteraria. Nel 1998, in un lavoro pionieristico, Anthony Pym abbozzava una serie di paradigmi per la Storia delle traduzioni: non solo rifletteva su questa disciplina da un punto di vista epistemologico ma offriva anche ai lettori una prima vera «metodologia» (Pym 1998). L’urgenza scientifica di questo nuovo ambito di ricerca ha cambiato il punto di vista della comunità accademica internazionale e possiamo ormai considerare l’insieme dei testi tradotti non solo come della “letteratura” (alla quale si limita troppo spesso lo studio delle traduzioni) ma anche come un “patrimonio intellettuale” che gioca un ruolo cruciale nella storia dei saperi e delle idee (Ballard 2013).

Numerosi articoli, ricerche, tesi di dottorato e altre imprese ben più ambiziose si sono moltiplicate durante gli ultimi anni. È sufficiente segnalare, a titolo d’esempio, due grandi progetti collettivi per dare ai lettori un saggio dello spirito del tempo: la collezione The Oxford History of Literary Translation in English diretta da Stuart Gillespie e David Hopkins (Oxford University Press, 2006-2010) e la collezione Histoire des traductions en langue française diretta da Yves Chevrel e Jean-Yves Masson (Lagrasse, Verdier, 2012-2016).

Tuttavia, nonostante la ricchezza della produzione scientifica, le questioni epistemologiche, teoriche e metodologiche sembrano essere sempre più ignorate nei lavori che hanno l’ambizione di realizzare una storia delle traduzioni. Le sfide di ogni metodo traduttologico influenzano fortemente l’approccio e i risultati della ricerca: ci sembra che le commentatrici e i commentatori, le ricercatrici e i ricercatori più attenti trarrebbero un notevole profitto da un’indagine epistemologica.

Questo Congresso internazionale intende offrire al pubblico universitario un’occasione inedita per riflettere su degli aspetti puramente metodologici. Al di là dello studio dell’opera, del testo, del genere o del corpus, bisognerà dedicare un’attenzione particolare a una visione d’insieme, lasciarsi trasportare da un’ispirazione cartografica.

Come sostiene Astrid Guillaume (2014), bisognerebbe quindi considerare come punto d’inizio, ovviamente, i testi di partenza e quelli di arrivo, ma non limitarsi solo al testo, al corpus e al genere: lo studio delle traduzioni deve contemplare «intere epoche storiche […] dal punto di vista della durata e della contrastività, la storia delle mentalità nel divenire e i tempi che formano lo spirito o influenzano delle generazioni intere» (Guillaume 2014: 381-382). François Rastier metteva già l’accento, nel 2011, sulla necessità di una visione interdisciplinare della storiografia: «le lingue sono troppo spesso ridotte a dei dizionari e delle grammatiche, o a delle sintassi. Bisogna tuttavia tener conto, oltre che del sistema, dei corpus (corpus di lavoro e corpus di riferimento), dell’archivio (quindi della lingua storica), infine delle pratiche sociale nell’ambito delle quali si effettuano le attività linguistiche» (Rastier 2011: 14).

Le future storie delle traduzioni dovrebbero allora confrontarsi con dei dispositivi teorici che permettano di descrivere dei processi storici complessi, oltre che di render conto della dimensione socio-culturale. La storiografia delle traduzioni non potrà quindi ritardare ulteriormente il dialogo, persino lo scontro, con delle nozioni che sono fondatrici nei metodi storiografici e nella critica letteraria. Si evocherà, per esempio, la questione della costituzione di un canone traduttivo, l’identificazione e lo studio delle differenti «tradizioni traduttive» (Venuti 2005) in una prospettiva diacronica, ma anche la possibilità di distinguere degli «immaginari della traduzione» (Raimondo 2016) che ci permettono di descrivere, da un lato, la soggettività dei traduttori (immaginari dei traduttori), dall’altro, le diverse concezioni e rappresentazioni della traduzione (immaginari del tradurre) coinvolti nella ri-mediazione e nella trasmissione dei testi. La storia dei traduttori non può quindi fare a meno della storia del tradurre considerata come cronaca della «cultura della traduzione» (Burke 2007). La storia della traduzione ci offre infine delle prospettive innovanti sullo statuto stesso della traduttologia che si sta aprendo non solo a un «nuovo storicismo comparato» (Coldiron 2011: 98) ma anche a una «traduttologia comparata» (Tyulenev and Zheng 2017).

Per il raddoppiamento delle fonti e la difficoltà nel costruire dei corpora, per la moltiplicazione dei riferimenti testuali e degli elementi paratestuali, per le numerose questioni linguistiche, interlinguistiche e translinguistiche ch’essa pone, la traduttologia diventa un ambito privilegiato per ripesare le fondamenta degli approcci letterari e storiografici. Il compito del critico delle traduzioni è reso più difficile poiché la storia delle traduzioni si confronta non solo all’alterità dell’autore ma anche a quella del traduttore, all’interno di una dinamica di raddoppiamento degli orizzonti. La coscienza di ogni storiografo oscilla vertiginosamente fra il bisogno d’erudizione e il rischio necessario della finzione narrativa, un dissidio che comporta una prudenza euristica. Desideriamo quindi non solo tracciare i contorni di una storia dotta, ma anche considerare la possibilità di riscrivere una nuova storia, un’altra storia, forse persino una «storia naturale della traduzione» (Le Blanc, in uscita 2019).

Le ricercatrici e i ricercatori sono invitati a elaborare dei dispositivi teorici e delle soluzioni metodologiche per la Storia della traduzione. Sono proposte qui di seguito alcune piste di riflessione senza pertanto alcuna pretesa di esaustività:

  • riflessioni epistemologiche per la storia delle traduzioni;
  • nuove teorie per la storia delle traduzioni;
  • metodi storiografici;
  • costituzione ed evoluzione dei corpora;
  • soluzioni per la suddivisione cronologica;
  • la traduttologia attraverso il prisma della storia dei saperi e delle idee;
  • banche dati e “storiografie digitali”;
  • lettura, rappresentazioni grafiche e interpretazione dei dati storiografici;
  • storia delle traduzioni e transmedialità
  • storia delle traduzioni inter-semiotiche (cinema, televisione, arti visive, ecc.);
  • canoni di traduzioni
  • immaginari dei traduttori e immaginari del tradurre

Le proposte d’intervento dovranno essere inviate in italiano, inglese o francese ai indirizzi segnalati qui sotto entro e non oltre l’1 febbraio 2019. Le proposte comporteranno un riassunto di massimo 300 parole, un titolo, una breve notizia biobibliografica e i contatti (e-mail, telefono, ecc.). Le candidate e i candidati selezionati saranno informati all’inizio del mese di febbraio. Il Congresso si terrà al Romanisches Seminar (Università di Zurigo) il 15 e 16 aprile 2019 e si concluderà con una conferenza di Charles Le Blanc (Professore Ordinario, uOttawa) in occasione della pubblicazione del suo ultimo libro Histoire naturelle de la traduction (Paris, Les Belles Lettres, in uscita 2019).

Gli interventi potranno diventare l’oggetto di una pubblicazione. Questi testi dovranno essere inediti, dovranno passare attraverso un’ulteriore selezione e dovranno essere inviati nei mesi successivi al Congresso.

 

Contatti

Dr. Thomas Vuong, ths.vuong@gmail.com

Dr. Riccardo Raimondo, riccardo.raimondo@uzh.ch

 

Bibliografia indicativa

Anne E. B. COLDIRON, ‘Toward A Comparative New Historicism: Land Tenures and Some Fifteenth-Century Poems’, Comparative Literature, vol. 53.2 (2001), p. 97-116.

Michel BALLARD, Histoire de la traduction : repères historiques et culturels, Bruxelles, De Boeck, 2013.

Antoine BERMAN, L’Épreuve de l’étranger. Culture et traduction dans l’Allemagne romantique, Paris, Gallimard, 1984.

Peter BURKE, ‘Cultures of Translation in Early Modern Europe’, in Peter BURKE and R. Po-chia HSIA (ed.), Cultural Translation in Early Modern Europe, Cambridge, Cambridge University Press, 2007, p. 7-38.

Astrid GUILLAUME, ‘Vers une sémiotique diachronique et contrastive des cultures’, in Driss ABLALI, Sémir BADIR, Dominique DUCARD (ed.), Documents, textes, œuvres. Perspectives sémiotiques, Presses Universitaires de Rennes, 2014, p. 381-406.

The series ‘Histoire des traductions en langue française’, ed. by Yves Chevrel et Jean-Yves Masson (Lagrasse, Verdier, 2012-2016).

The series ‘The Oxford History of Literary Translation in English’, ed. by Stuart Gillespie, David Hopkins (Oxford University Press, 2006-2010)

Charles LE BLANC, Histoire naturelle de la traduction, Paris, Les Belles Lettres, forthcoming January 2019.

Anthony PYM, Method in Translation History, Manchester, St. Jerome Publishing, 1998.

Riccardo RAIMONDO, ‘Orphée contre Hermès: herméneutique, imaginaire et traduction (esquisses)’, Meta, vol. 61 (2016), p. 650-674.

François RASTIER, La mesure et le grain. Sémantique de corpus, Paris, Champion, 2011.

Sergey TYULENEV and Binghan ZHENG (ed.), Toward Comparative Translation and Interpreting Studies, Amsterdam, John Benjamins, p. 197-212.

Lawrence VENUTI, ‘Translation, History, Narrative’, Meta, vol. 50.3 (2005), p. 800-816.

 

Link al sito

CfP: Espatrie lettere. Pratiche, discorsi e protagoniste/i del mercato culturale sul confine tra Italia, Svizzera e Germania (1920-1970)

CALL FOR PAPERS

Espatrie lettere. Pratiche, discorsi e protagoniste/i del mercato culturale sul confine tra Italia, Svizzera e Germania (1920-1970)

 

Università di Zurigo, 19-20 novembre 2018

Comitato organizzatore: Tatiana Crivelli, Alessandro Bosco, Stefano Bragato, Felicity Brunner, Raffaella Castagnola

Deadline per l’invio delle proposte: 1 luglio 2018

Nel complesso quadro della storia dell’industrializzazione del mondo occidentale, dalla seconda metà dell’Ottocento in poi i luoghi e i modi di produzione assumono un ruolo sempre più determinante nel definire le logiche della cultura. Il grande pubblico della metropoli moderna come nuova forma di committenza e il graduale diffondersi dei mezzi di comunicazione di massa fanno entrare in una nuova dimensione anche il mondo editoriale. Le case editrici, specie nel secondo dopoguerra, diventano sempre più il luogo nevralgico di un fermento culturale proiettato oltre i confini nazionali. Se il libro rimane il principale veicolo del mercato (trans)culturale, il diffondersi della stampa periodica, della radio e della tv allarga notevolmente lo spettro dei canali di diffusione e quindi dei modi di fruizione dei prodotti culturali.

Il convegno si propone di indagare i modi in cui l’industria culturale italiana del Novecento (case editrici, riviste, ecc.) costruì sistemi di dialogo transnazionale e, più specificamente, transalpino, nel periodo che va dal Ventennio fascista agli anni del boom economico. In particolare l’incontro zurighese intende esplorare la rete dei rapporti culturali tra Italia, Svizzera ed Europa germanofona attraverso una disamina estensiva di varie tipologie di materiali documentari da un lato (documenti d’archivio, stampa periodica, attività editoriali, radio, tv) e di eventi culturali dall’altro (pubblicazioni, traduzioni, mostre, trasmissioni, dibattiti, ecc.). Si analizzeranno le modalità di diffusione della cultura italiana oltralpe e viceversa, nonché i diversi ruoli ricoperti in questo processo da specifiche politiche governative o editoriali. L’obiettivo è di fornire, per il periodo storico 1920-1970, una mappatura dell’attività transculturale di enti e personalità tra Svizzera, Germania e Italia, al fine non solo di far luce sulle reciproche influenze tra i tre Paesi, ma anche di delineare le caratteristiche originali del nuovo spazio culturale prodotto da questi scambi. In questo “terzo spazio” sovrannazionale, articolato su concetti chiave della storia delle idee – come “identità”, “confine”, “esilio” – si producono attivamente sia la reciproca sprovincializzazione dei tre paesi, sia il loro accostarsi a un orizzonte sempre più europeo e globale.

I possibili campi di indagine comprendono:

  • L’attività transculturale di singoli enti e personalità (intellettuali, case editrici, riviste, radio, tv) tra Italia, Svizzera e Germania.
  • Documenti archivistichi su casi specifici del dialogo transculturale tra i tre Paesi.
  • Traduzioni, edizioni, curatele, collane editoriali.
  • Eventi culturali come mostre, convegni, incontri, ecc.
  • Opere significative per illustrare gli scambi transculturali: testi letterari, articoli di periodici, manuali, vocabolari, ecc.
  • L’attività di singole/i intellettuali o di gruppi di intellettuali espatriate/i.
  • Le politiche del regime fascista nella ricezione della cultura svizzera e germanofona e nella diffusione estera della cultura italiana, nonché la ricezione della cultura fascista oltralpe.
  • L’emergere nello spazio culturale tra Italia, Svizzera ed Europa germanofona di specifici temi quali identità nazionale, confine, emigrazione.

Le studiose e gli studiosi interessati sono invitate/i a inviare un abstract (250-300 parole) e un breve profilo bio-bibliografico a espatrielettere@rom.uzh.ch entro il 1 luglio 2018.

 

 

Workshop “Il testo incarnato. Prospettive di materialità testuale” con Prof. Dr. Eugenio Burgio, Dr. Daniele Baglioni, Dr. Michele Campopiano

Il workshop, aperto all’insieme delle lingue e letterature romanze, si inserisce all’interno del ciclo di incontri dedicati dal Programma Dottorale alla materialità testuale. Le attività proposte da Daniele Baglioni, Eugenio Burgio e Michele Campopiano indagano il rapporto necessario e fondamentale che si instaura tra il senso dell’opera letteraria e il testo nella sua realizzazione materiale, facendo ricorso a differenti discipline e approcci.

Data: Lunedì 4 e martedì 5 dicembre 2017
Luogo: Università di Zurigo, edificio centrale, Rämistrasse 71, 8001 Zürich
Orario: Lunedì 9:15-11:45 / 14:00-15:30, martedì 9:15-11:45
Aula: Lunedì nel KOL G-212 e martedì nel KOL E-13
Enti organizzatori: Doktoratsprogramm Romanistik: Methoden und Perspektiven
Organizzazione: Martina Albertini MA (martina.albertini2@uzh.ch), Andrea Ghirarduzzi MA (andrea.ghirarduzzi@uzh.ch), Vito Santoliquido MA (vito.santoliquido@unive.it)

Ciclo autunnale di conferenze “L’Italia e la musica” all’Università di Ginevra

 

 

italia-musica

 

 

Primo incontro:

Giovedì, 20 ottobre 2016La lingua più musicale del mondo – incontro con Leonardo García Alarcón.

Un direttore d’orchestra, che all’inizio del 2017 condurrà “Il Giasone” di Francesco Cavalli al Grand Théâtre de Genève, ci spiega in che modo l’italiano ha dominato per secoli il mondo dell’opera.

Secondo incontro:

Mercoledì, 16 novembre 2016: Ma cosa vuoi che sia una canzone – incontro con Giuseppe Antonelli.

Un linguista, che è anche un brillante conduttore radiofonico, ci mostra come funzionano i testi delle canzoni italiane più popolari degli ultimi cinaquant’anni.

Terzo incontro:

Giovedì, 1 dicembre 2016: Se io avessi previsto tutto questo – incontro con Francesco Guccini.

Uno dei più celebri cantautori italiani del Novecento ci racconta come è diventato scrittore.

 

Per ulteriori informazioni consultare il seguente sito web: https://www.unige.ch/lettres/roman/italien/actualites/litalia-e-la-musica/

Segmentazioni testuali del parlato e dello scritto. Sintassi, prosodia, punteggiatura.

Progetto di collaborazione scientifica e culturale tra l’Università di Basilea e l’Università di Firenze, a partire dal 01.10.2015.

Direttori: prof. Dr. Angela Ferrari e prof. Dr. Massimo Moneglia.

Intertestualità ariostesca: presenza dei “Cinque Canti” nella terza edizione del “Furioso”

Durata del progetto: 1° settembre 2014 – 31 agosto 2017

Progetto di ricerca finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica n.ro P0FRP1_155430.

Scopo della presente ricerca è di offrire un quadro dettagliato dei rapporti intertestuali tra i Cinque Canti e le diverse fasi elaborative dell’Orlando Furioso, con particolare riferimento alla terza edizione del poema. Le analogie tra le due opere saranno analizzate dapprima attraverso un confronto lessicale, al fine di misurare rigorosamente l’effettivo apporto dei Cinque Canti alla stesura del Furioso; in seguito si procederà ad un confronto di tipo contenutistico, prendendo in esame il ripetersi di situazioni narrative identiche o simili. Le principali differenze stilistiche e ideologiche tra i Canti e il Furioso, valutate nel contesto storico e letterario del primo Rinascimento, forniranno un quadro più preciso dell’evoluzione personale e culturale di Ariosto, specialmente per quanto riguarda le sue opinioni sulla politica italiana ed europea.

Relatori: Prof. Uberto Motta (Università di Friburgo), Prof.ssa Daniela Branca (Università di Bologna)

Ricercatore: Gionas Calderari (Università di Friburgo)