2nd Call for Papers Workshop “The many facets of agreement”

Date: 03 October-2019 – 05 October-2019

Location: Zurich, Switzerland

Meeting Email: dai@rom.uzh.ch

Convenors: Michele Loporcaro, Alice Idone, Tania Paciaroni, Serena Romagnoli, Chiara Zanini

Web Site: http://www.dai.uzh.ch/conference

Linguistic Fields: General Linguistics; Linguistic Typology; Romance Linguistics; Morphology; Syntax

Call Deadline: 10 May 2019

Call for Papers:

The theme of this conference is “The many facets of agreement”.

Agreement is a pervasive phenomenon in many languages of the world (Corbett 2006:1), the object of unrelenting typological work (e.g. Matasović 2018), and a constant preoc­cupation of linguists of all persuasions both in the functional-typological approach (e.g. Nichols 2018, Forker 2018, Haig and Forker 2018) and in the formalist camp (e.g. Baker 2008, Preminger 2014). Yet, studies in the field still appear to be seeking a balance between large-scale generalizations and the detailed investigation of typological rara (i.e. traits that are “so un­common across languages as not even to occur in all members of a single […] family or diffusion area”, Plank 2000, cited by Cysouw and Wohlgemuth 2010:1). Notably, closer consideration of the latter may lead one to challenge the former: see e.g. Loporcaro (2015:105-8) for discussion of this issue, partly drawing on Italo-Romance rara now widely accessible through the DAI and analyzed in depth in Paciaroni and Loporcaro (2018).

With a view on furthering discussion in this area, the conference invites abstracts for 20-minute presentations with a typologically-oriented focus on agreement. We are particularly interested in papers dealing with the analysis, both synchronic and diachronic, of (fragments of) the agreement system of un(der)studied languages/language varieties. We also encourage contributions concerned with theoretical issues (e.g. on the insights competing theories may offer in relation to specific agreement phenomena) and with methods for the study of agreement.

References

Baker, Mark C. 2008. The syntax of agreement and concord. Cambridge: Cambridge University Press.

Corbett, Greville G. 2006. Agreement. Cambridge: Cambridge University Press.

Cysouw, Michael and Jan Wohlgemuth. 2010. The other end of universals: theory and typology of rara. In Jan Wohlgemuth and Michael Cysouw (eds). Rethinking universals. How rarities affect linguistic theory. Berlin: De Gruyter Mouton, 1–10.

Forker, Diana. 2018. Gender agreement is different. Linguistics 56(4): 865–894.

Haig, Geoffrey and Diana Forker. 2018. Agreement in grammar and discourse: A research overview. Linguistics 56(4): 715–734.

Loporcaro, Michele. 2015. The impact of morphology on change in agreement systems. In Jürg Fleischer, Elisabeth Rieken and Paul Widmer (eds). Agree­ment from a diachronic perspective. Berlin: De Gruyter Mouton, 104–126.

Matasović, Ranko. 2018. An areal typology of agreement systems. Cambridge: Cambridge University Press.

Nichols, Johanna. 2018. Agreement with overt and null arguments in Ingush. Linguistics 56(4): 845–863.

Paciaroni, Tania and Michele Loporcaro. 2018. Overt gender marking depending on syntactic context in Ripano. In Sebastian Fedden, Jenny Audring and Greville G. Corbett (eds). Non-canonical gender systems. Oxford: Oxford University Press, 147–175.

Plank, Frans 2000. Das grammatische Raritätenkabinett. A leisurely collection to entertain and instruct. Manuscript. Universität Konstanz. http://ling.uni-konstanz.de/pages/proj/ Sprachbau/rara.html.

Preminger, Omer. 2014. Agreement and its failures. Cambridge, MA: MIT Press

Abstract submission details:

Anonymous abstracts should not exceed 500 words (12-point Times New Roman font, with single spacing) including examples, excluding references. They should be submitted in electronic form (PDF or Word document) as attachment to dai@rom.uzh.ch

The email should specify author(s)’ name(s) and affiliation.

Abstract submission deadline: Friday 10th May 2019

Notification of acceptance: Friday 31st May 2019

Queries about the conference can be sent to this email: dai@rom.uzh.ch

Nuove prospettive sulla terza rima – Call for papers

Nuove prospettive sulla terza rima

Call for papers

Ogni forma metrica è sempre allo stesso tempo autonoma ed eteronoma: mentre sembra offrirsi come semplice impalcatura liberamente riutilizzabile, porta con sé anche, vischiosamente, le tracce della propria origine, le connotazioni culturali che vi si associano e insieme le proprie implicazioni formali, che continuano a suggerire e a guidare determinate modalità di organizzazione del discorso. Fin dalla sua nascita la terza rima si dimostra capace di eccezionale versatilità. La potente macchina narrativa della Commedia dantesca poggia anche sulla geniale invenzione di questo metro insieme aperto e chiuso, capace di accogliere tutti gli stili, di esaltare lirismo e dramma, narrazione e speculazione. Se la creazione di una forma nuova risponde a esigenze espressive e poetiche stringenti e ne è la soluzione; se davvero la forma è, con Adorno, «contenuto sedimentato», raramente progetti tanto ambiziosi si sono risolti in mezzi così efficaci. Non stupisce che nei secoli l’esplorazione dei possibili usi della terzina sia stata continua ed intensa.

Il seminario Nuove prospettive sulla terza rima vuole essere un luogo di studio e di confronto per giovani ricercatori che si occupano di testi scritti in terza rima, offrendo l’occasione di approfondire singoli casi di studio, con l’obiettivo di mettere a fuoco la lunga tradizione della terzina nelle sue diverse applicazioni lungo l’intero arco della letteratura italiana. Non si prenderà in considerazione dunque solo il punto di partenza imprescindibile di Dante, ma tutta la storia ininterrotta che va dai volgarizzamenti trecenteschi alla Bassvilliana di Monti, dai Trionfi di Petrarca al teatro musicale del Seicento, dall’Ameto di Boccaccio al capitolo ternario in tutte le sue varietà (bucolica, epistolare, burlesca, pedantesca, elegiaca, satirica…) tra Quattro e Cinquecento, dalla terzina come metro didascalico e traduttivo alla satira del Settecento, da Leopardi a Pascoli, sino al Novecento di Pasolini e alle riprese “neometriche” della stretta contemporaneità, senza dimenticare soluzioni eterodosse ed alternative, come quella polemicamente tentata da Cecco d’Ascoli.
Il seminario si terrà a Verona a settembre o ottobre 2019 e si inserisce all’interno di due percorsi scientifici consolidati e di alto livello: le iniziative veronesi legate ai centenari danteschi, iniziate nel 2015 e che continueranno sino al 2021, con l’intento di diffondere, studiare e celebrare l’opera del sommo poeta; e il ciclo di seminari inaugurato dalle Nuove prospettive sul sonetto (Verona 2016) e proseguito con le Nuove prospettive sull’ottava rima (Ginevra 2017).
Si prevede di organizzare il seminario in tre sessioni: la prima dedicata all’opera di Dante, la seconda alla fortuna della terza rima nella tradizione tra Trecento e Ottocento, l’ultima dedicata alle riprese novecentesche e contemporanee.
Si invitano a partecipare a questa call for papers dottorandi e giovani ricercatori. Le proposte dovranno riguardare testi in terza rima, da Dante al Duemila, indagati principalmente da un punto di vista metrico e stilistico, con particolare riguardo alle strutture discorsive, sintattiche e argomentative. Come punto di riferimento per il taglio degli studi presentati negli anni precedenti si possono tenere in considerazione i contributi inclusi nel volume Otto studi sul sonetto, a cura di Laura Facini e Arnaldo Soldani, libreriauniversitaria.it 2017, realizzato in diretta continuità con il seminario del 2016.
Le proposte, di massimo 300 parole, insieme a un breve profilo bio-bibliografico (formazione, contatti, pubblicazioni, affiliazione accademica), vanno inviate a galavotti.jacopo@gmail.com entro il 31 gennaio 2019. Sono previsti interventi di 30 minuti. Le spese di trasporto, vitto e alloggio saranno a carico degli organizzatori.

Laura Facini
Jacopo Galavotti
Arnaldo Soldani

Call for papers

[CFP] Theories and Methods for History of Translation / Teorie e metodi per la Storia della traduzione / Théories et méthodes pour l’Histoire de la traduction

CALL FOR PAPERS

 

 

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Teorie e metodi per la Storia della traduzione

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un progetto di

Tatiana Crivelli Speciale
(Full Professor, Romanisches Seminar, UZH)

Riccardo Raimondo
(Post-Doc, University of Zurich)

Thomas Vuong
(Post-Doc, University Paris 13)

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in collaborazione con:
Romanisches Seminar (UZH, Zurich)
Doktoratsprogramms «Romanistik: Methoden und Perspektiven» (UZH, Zurich)
Équipe de Recherche Pléiade (Université Paris13)
University of Ottawa

 

 

Teorie e metodi per la Storia della traduzione

Nelle prime righe della sua opera, L’épreuve de l’étranger (1984), Antoine Berman affermava che «la costituzione di una storia della traduzione è il primo compito di una teoria moderna della traduzione» (Berman 1984: 12). Questa riflessione, a trent’anni di distanza, non può che apparire profetica: lo studio delle traduzioni traccia oggi nuovi cammini, poiché si pensa e si ripensa alla luce delle altre discipline e, in particolare, poiché aspira a far parte della storia letteraria. Nel 1998, in un lavoro pionieristico, Anthony Pym abbozzava una serie di paradigmi per la Storia delle traduzioni: non solo rifletteva su questa disciplina da un punto di vista epistemologico ma offriva anche ai lettori una prima vera «metodologia» (Pym 1998). L’urgenza scientifica di questo nuovo ambito di ricerca ha cambiato il punto di vista della comunità accademica internazionale e possiamo ormai considerare l’insieme dei testi tradotti non solo come della “letteratura” (alla quale si limita troppo spesso lo studio delle traduzioni) ma anche come un “patrimonio intellettuale” che gioca un ruolo cruciale nella storia dei saperi e delle idee (Ballard 2013).

Numerosi articoli, ricerche, tesi di dottorato e altre imprese ben più ambiziose si sono moltiplicate durante gli ultimi anni. È sufficiente segnalare, a titolo d’esempio, due grandi progetti collettivi per dare ai lettori un saggio dello spirito del tempo: la collezione The Oxford History of Literary Translation in English diretta da Stuart Gillespie e David Hopkins (Oxford University Press, 2006-2010) e la collezione Histoire des traductions en langue française diretta da Yves Chevrel e Jean-Yves Masson (Lagrasse, Verdier, 2012-2016).

Tuttavia, nonostante la ricchezza della produzione scientifica, le questioni epistemologiche, teoriche e metodologiche sembrano essere sempre più ignorate nei lavori che hanno l’ambizione di realizzare una storia delle traduzioni. Le sfide di ogni metodo traduttologico influenzano fortemente l’approccio e i risultati della ricerca: ci sembra che le commentatrici e i commentatori, le ricercatrici e i ricercatori più attenti trarrebbero un notevole profitto da un’indagine epistemologica.

Questo Congresso internazionale intende offrire al pubblico universitario un’occasione inedita per riflettere su degli aspetti puramente metodologici. Al di là dello studio dell’opera, del testo, del genere o del corpus, bisognerà dedicare un’attenzione particolare a una visione d’insieme, lasciarsi trasportare da un’ispirazione cartografica.

Come sostiene Astrid Guillaume (2014), bisognerebbe quindi considerare come punto d’inizio, ovviamente, i testi di partenza e quelli di arrivo, ma non limitarsi solo al testo, al corpus e al genere: lo studio delle traduzioni deve contemplare «intere epoche storiche […] dal punto di vista della durata e della contrastività, la storia delle mentalità nel divenire e i tempi che formano lo spirito o influenzano delle generazioni intere» (Guillaume 2014: 381-382). François Rastier metteva già l’accento, nel 2011, sulla necessità di una visione interdisciplinare della storiografia: «le lingue sono troppo spesso ridotte a dei dizionari e delle grammatiche, o a delle sintassi. Bisogna tuttavia tener conto, oltre che del sistema, dei corpus (corpus di lavoro e corpus di riferimento), dell’archivio (quindi della lingua storica), infine delle pratiche sociale nell’ambito delle quali si effettuano le attività linguistiche» (Rastier 2011: 14).

Le future storie delle traduzioni dovrebbero allora confrontarsi con dei dispositivi teorici che permettano di descrivere dei processi storici complessi, oltre che di render conto della dimensione socio-culturale. La storiografia delle traduzioni non potrà quindi ritardare ulteriormente il dialogo, persino lo scontro, con delle nozioni che sono fondatrici nei metodi storiografici e nella critica letteraria. Si evocherà, per esempio, la questione della costituzione di un canone traduttivo, l’identificazione e lo studio delle differenti «tradizioni traduttive» (Venuti 2005) in una prospettiva diacronica, ma anche la possibilità di distinguere degli «immaginari della traduzione» (Raimondo 2016) che ci permettono di descrivere, da un lato, la soggettività dei traduttori (immaginari dei traduttori), dall’altro, le diverse concezioni e rappresentazioni della traduzione (immaginari del tradurre) coinvolti nella ri-mediazione e nella trasmissione dei testi. La storia dei traduttori non può quindi fare a meno della storia del tradurre considerata come cronaca della «cultura della traduzione» (Burke 2007). La storia della traduzione ci offre infine delle prospettive innovanti sullo statuto stesso della traduttologia che si sta aprendo non solo a un «nuovo storicismo comparato» (Coldiron 2011: 98) ma anche a una «traduttologia comparata» (Tyulenev and Zheng 2017).

Per il raddoppiamento delle fonti e la difficoltà nel costruire dei corpora, per la moltiplicazione dei riferimenti testuali e degli elementi paratestuali, per le numerose questioni linguistiche, interlinguistiche e translinguistiche ch’essa pone, la traduttologia diventa un ambito privilegiato per ripesare le fondamenta degli approcci letterari e storiografici. Il compito del critico delle traduzioni è reso più difficile poiché la storia delle traduzioni si confronta non solo all’alterità dell’autore ma anche a quella del traduttore, all’interno di una dinamica di raddoppiamento degli orizzonti. La coscienza di ogni storiografo oscilla vertiginosamente fra il bisogno d’erudizione e il rischio necessario della finzione narrativa, un dissidio che comporta una prudenza euristica. Desideriamo quindi non solo tracciare i contorni di una storia dotta, ma anche considerare la possibilità di riscrivere una nuova storia, un’altra storia, forse persino una «storia naturale della traduzione» (Le Blanc, in uscita 2019).

Le ricercatrici e i ricercatori sono invitati a elaborare dei dispositivi teorici e delle soluzioni metodologiche per la Storia della traduzione. Sono proposte qui di seguito alcune piste di riflessione senza pertanto alcuna pretesa di esaustività:

  • riflessioni epistemologiche per la storia delle traduzioni;
  • nuove teorie per la storia delle traduzioni;
  • metodi storiografici;
  • costituzione ed evoluzione dei corpora;
  • soluzioni per la suddivisione cronologica;
  • la traduttologia attraverso il prisma della storia dei saperi e delle idee;
  • banche dati e “storiografie digitali”;
  • lettura, rappresentazioni grafiche e interpretazione dei dati storiografici;
  • storia delle traduzioni e transmedialità
  • storia delle traduzioni inter-semiotiche (cinema, televisione, arti visive, ecc.);
  • canoni di traduzioni
  • immaginari dei traduttori e immaginari del tradurre

Le proposte d’intervento dovranno essere inviate in italiano, inglese o francese ai indirizzi segnalati qui sotto entro e non oltre l’1 febbraio 2019. Le proposte comporteranno un riassunto di massimo 300 parole, un titolo, una breve notizia biobibliografica e i contatti (e-mail, telefono, ecc.). Le candidate e i candidati selezionati saranno informati all’inizio del mese di febbraio. Il Congresso si terrà al Romanisches Seminar (Università di Zurigo) il 15 e 16 aprile 2019 e si concluderà con una conferenza di Charles Le Blanc (Professore Ordinario, uOttawa) in occasione della pubblicazione del suo ultimo libro Histoire naturelle de la traduction (Paris, Les Belles Lettres, in uscita 2019).

Gli interventi potranno diventare l’oggetto di una pubblicazione. Questi testi dovranno essere inediti, dovranno passare attraverso un’ulteriore selezione e dovranno essere inviati nei mesi successivi al Congresso.

 

Contatti

Dr. Thomas Vuong, ths.vuong@gmail.com

Dr. Riccardo Raimondo, riccardo.raimondo@uzh.ch

 

Bibliografia indicativa

Anne E. B. COLDIRON, ‘Toward A Comparative New Historicism: Land Tenures and Some Fifteenth-Century Poems’, Comparative Literature, vol. 53.2 (2001), p. 97-116.

Michel BALLARD, Histoire de la traduction : repères historiques et culturels, Bruxelles, De Boeck, 2013.

Antoine BERMAN, L’Épreuve de l’étranger. Culture et traduction dans l’Allemagne romantique, Paris, Gallimard, 1984.

Peter BURKE, ‘Cultures of Translation in Early Modern Europe’, in Peter BURKE and R. Po-chia HSIA (ed.), Cultural Translation in Early Modern Europe, Cambridge, Cambridge University Press, 2007, p. 7-38.

Astrid GUILLAUME, ‘Vers une sémiotique diachronique et contrastive des cultures’, in Driss ABLALI, Sémir BADIR, Dominique DUCARD (ed.), Documents, textes, œuvres. Perspectives sémiotiques, Presses Universitaires de Rennes, 2014, p. 381-406.

The series ‘Histoire des traductions en langue française’, ed. by Yves Chevrel et Jean-Yves Masson (Lagrasse, Verdier, 2012-2016).

The series ‘The Oxford History of Literary Translation in English’, ed. by Stuart Gillespie, David Hopkins (Oxford University Press, 2006-2010)

Charles LE BLANC, Histoire naturelle de la traduction, Paris, Les Belles Lettres, forthcoming January 2019.

Anthony PYM, Method in Translation History, Manchester, St. Jerome Publishing, 1998.

Riccardo RAIMONDO, ‘Orphée contre Hermès: herméneutique, imaginaire et traduction (esquisses)’, Meta, vol. 61 (2016), p. 650-674.

François RASTIER, La mesure et le grain. Sémantique de corpus, Paris, Champion, 2011.

Sergey TYULENEV and Binghan ZHENG (ed.), Toward Comparative Translation and Interpreting Studies, Amsterdam, John Benjamins, p. 197-212.

Lawrence VENUTI, ‘Translation, History, Narrative’, Meta, vol. 50.3 (2005), p. 800-816.

 

Link al sito

CfP: X Dies Romanicus Turicensis

Corpus/Corpora
tra materialità e astrazione
13-14 giugno 2019
Call for Papers

 

L’Istituto di Romanistica dell’Università di Zurigo, in seno alla celebrazione del 125˚ anniversario della sua fondazione, organizza la decima edizione del Dies Romanicus Turicensis. Il convegno offre a giovani ricercatrici e ricercatori che si occupano di lingue romanze (negli ambiti degli studi letterari, linguistici e culturali) un’occasione di scambio scientifico a livello internazionale.

Mon corps, en fait, il est toujours ailleurs, il est lié à tous les ailleurs du monde, et à vrai dire il est ailleurs que dans le monde. Car c’est autour de lui que les choses sont disposées, c’est par rapport à lui – et par rapport à lui comme par rapport à un souverain – qu’il y a un dessus, un dessous, une droite, une gauche, un avant, un arrière, un proche, un lointain. Le corps est le point zéro du monde, là où les chemins et les espaces viennent se croiser. Le corps n’est nulle part.
MICHEL FOUCAULT, L’utopie du corps, Conférence radio, France Culture (1966)

 

I lavori di Foucault sulla definizione del corpo come luogo su cui si giocano i processi di assoggettamento e di esercizio del potere hanno costituito un fondamentale momento di riflessione filosofica e politica, ponendo le basi anche per il superamento stesso della materialità corporea come sinonimo di soggettività. Arendt e Agamben hanno ulteriormente contribuito al dibattito, rilanciando le considerazioni aristoteliche sul ruolo dell’apolide, di per sé sciolto dal vincolo di appartenenza al corpo sociale, e vi hanno individuato il soggetto che attualmente incarna il ‘politico’. Tali speculazioni filosofiche, lungi dai loro risvolti in ambito prettamente politico, hanno trovato numerose applicazioni anche negli studi linguistici, letterari e culturali. L’oggetto di ricerca di queste discipline coincide infatti non solo con questioni di materialità testuale e linguistica, ma anche con un’inesausta riflessione sul corpo come entità che definisce al contempo il soggetto, la sua azione e le relazioni che intrattiene con l’Altro. Le considerazioni sul corpo come entità esclusivamente umana, associabile in toto all’esercizio del potere, costituiscono, infatti, il cuore di discipline come gli Studi di genere, gli Studi postcoloniali e gli Studi sul postumano, mentre la definizione del corpus e dei corpora testuali è fondamentale anche in filologia, letteratura e linguistica, dove appunto lo/a studioso/a è chiamato/a a individuare e a circoscrivere l’oggetto della propria analisi. In questa prospettiva il concetto di Corpus/Corpora in senso astratto costituisce un’adeguata base di partenza per ricerche scientifiche applicabili ai più svariati domini degli studi umanistici.
A partire da tali riflessioni, la decima edizione del Dies Romanicus Turicensis si propone di riflettere sul tema Corpus/Corpora sia in senso materiale sia come astrazione.

 

Argomenti di ricerca in ambito linguistico

• L’importanza del corpus in linguistica come base per le ricerche e il suo utilizzo in vari ambiti (sincronico, diacronico, dialettometrico, areale, micro e macrovariazionistico, tipologico, ecc.);
• La creazione di un corpus e le difficoltà riscontrate nella realizzazione, nelle fasi di lavoro, nell’annotazione, nella taggatura, visualizzazione dei dati, ecc.;
• I vari tipi di corpus (per es. monolingue/multilingue, testuale/orale) e quanto possano essere utili per la ricerca linguistica;
• I vantaggi provenienti da un corpus digitale: la possibilità di trattare una grande mole di dati e la sua applicazione (per es. nell’insegnamento e apprendimento delle lingue).

 

Argomenti di ricerca in letteratura e negli studi culturali

• Corpus come entità depositaria dell’identità umana, culturale e di genere (corpo biologico, socioculturale e politico; questioni di appartenenza e negazione di identità, diritti e status nelle rappresentazioni letterarie e culturali);
• Il corpo come materialità e le sue mutazioni (superamento della centralità e dell’unità del corpo umano, identità ibride, contaminazione e identità fluide);
• Il ruolo del corpo nella letteratura e le sue interpretazioni sia in senso metaforico che letterale;
• Il corpus di manoscritti e il suo impiego in filologia e letteratura (considerazioni sulla tradizione testuale di un testo o di un insieme di testi, quali i canzonieri e i manoscritti miscellanei), e il corpus testuale come base per ricerche storiche e socioculturali.

Le proposte vanno inviate in forma di abstract anonimo (titolo, riassunto di massimo 2000 caratteri, bibliografia esclusa) entro il 20 gennaio 2019 al seguente indirizzo: diesrom@rom.uzh.ch. Nell’e-mail di accompagnamento si prega di indicare nome, affiliazione dell’autrice/dell’autore e titolo dell’abstract.
Sono previsti interventi di venti minuti seguiti da dieci minuti di discussione in plenum. I contributi devono essere originali e inediti. Il comitato di organizzazione prevede la pubblicazione di una selezione di contributi.

Comitato organizzatore
Martina Albertini, Dayron Carrillo Morell, Sara Ferrilli, Alberto Giudici, Seraina Montigel, Stefano Negrinelli, Claudia Tassone

 

 

 

CfP: Espatrie lettere. Pratiche, discorsi e protagoniste/i del mercato culturale sul confine tra Italia, Svizzera e Germania (1920-1970)

CALL FOR PAPERS

Espatrie lettere. Pratiche, discorsi e protagoniste/i del mercato culturale sul confine tra Italia, Svizzera e Germania (1920-1970)

 

Università di Zurigo, 19-20 novembre 2018

Comitato organizzatore: Tatiana Crivelli, Alessandro Bosco, Stefano Bragato, Felicity Brunner, Raffaella Castagnola

Deadline per l’invio delle proposte: 1 luglio 2018

Nel complesso quadro della storia dell’industrializzazione del mondo occidentale, dalla seconda metà dell’Ottocento in poi i luoghi e i modi di produzione assumono un ruolo sempre più determinante nel definire le logiche della cultura. Il grande pubblico della metropoli moderna come nuova forma di committenza e il graduale diffondersi dei mezzi di comunicazione di massa fanno entrare in una nuova dimensione anche il mondo editoriale. Le case editrici, specie nel secondo dopoguerra, diventano sempre più il luogo nevralgico di un fermento culturale proiettato oltre i confini nazionali. Se il libro rimane il principale veicolo del mercato (trans)culturale, il diffondersi della stampa periodica, della radio e della tv allarga notevolmente lo spettro dei canali di diffusione e quindi dei modi di fruizione dei prodotti culturali.

Il convegno si propone di indagare i modi in cui l’industria culturale italiana del Novecento (case editrici, riviste, ecc.) costruì sistemi di dialogo transnazionale e, più specificamente, transalpino, nel periodo che va dal Ventennio fascista agli anni del boom economico. In particolare l’incontro zurighese intende esplorare la rete dei rapporti culturali tra Italia, Svizzera ed Europa germanofona attraverso una disamina estensiva di varie tipologie di materiali documentari da un lato (documenti d’archivio, stampa periodica, attività editoriali, radio, tv) e di eventi culturali dall’altro (pubblicazioni, traduzioni, mostre, trasmissioni, dibattiti, ecc.). Si analizzeranno le modalità di diffusione della cultura italiana oltralpe e viceversa, nonché i diversi ruoli ricoperti in questo processo da specifiche politiche governative o editoriali. L’obiettivo è di fornire, per il periodo storico 1920-1970, una mappatura dell’attività transculturale di enti e personalità tra Svizzera, Germania e Italia, al fine non solo di far luce sulle reciproche influenze tra i tre Paesi, ma anche di delineare le caratteristiche originali del nuovo spazio culturale prodotto da questi scambi. In questo “terzo spazio” sovrannazionale, articolato su concetti chiave della storia delle idee – come “identità”, “confine”, “esilio” – si producono attivamente sia la reciproca sprovincializzazione dei tre paesi, sia il loro accostarsi a un orizzonte sempre più europeo e globale.

I possibili campi di indagine comprendono:

  • L’attività transculturale di singoli enti e personalità (intellettuali, case editrici, riviste, radio, tv) tra Italia, Svizzera e Germania.
  • Documenti archivistichi su casi specifici del dialogo transculturale tra i tre Paesi.
  • Traduzioni, edizioni, curatele, collane editoriali.
  • Eventi culturali come mostre, convegni, incontri, ecc.
  • Opere significative per illustrare gli scambi transculturali: testi letterari, articoli di periodici, manuali, vocabolari, ecc.
  • L’attività di singole/i intellettuali o di gruppi di intellettuali espatriate/i.
  • Le politiche del regime fascista nella ricezione della cultura svizzera e germanofona e nella diffusione estera della cultura italiana, nonché la ricezione della cultura fascista oltralpe.
  • L’emergere nello spazio culturale tra Italia, Svizzera ed Europa germanofona di specifici temi quali identità nazionale, confine, emigrazione.

Le studiose e gli studiosi interessati sono invitate/i a inviare un abstract (250-300 parole) e un breve profilo bio-bibliografico a espatrielettere@rom.uzh.ch entro il 1 luglio 2018.

 

 

Call for papers: Arti figurative/Design/Cinema/Letteratura/Musica

Il comitato editoriale della rivista Theory and Criticism of Literature and Arts ha deciso di dedicare quattro numeri monografici all’arte svizzera contemporanea nelle singole regioni linguistiche. Il primo numero sarà riservato al panorama artistico della Svizzera Italiana e italofona.

Call for papers

Per il Comitato editoriale:
Prof. Dr. Carla Rossi (Università di Zurigo) e Prof. Carlo Chiurco (Università di Verona)

 

Scuola estiva 21-23 giugno 2018: «Metodi della interdisciplinarità»

Gentili dottorande e dottorandi delle università svizzere,

siamo liete/i di segnalarvi, con preghiera di diffusione, l’apertura del

call for papers per la Scuola estiva «Metodi dell’interdisciplinarità».

La scuola, organizzata dal Programma dottorale «Metodi e prospettive» dell’Istituto di Romanistica di Zurigo, si terrà a Hertenstein (LU) dal 21 al 23 giugno 2018.

 

Le informazioni sono accessibili anche sul sito del Romanisches Seminar dell’Università di Zurigo: http://www.rose.uzh.ch/doktorat/romanistik/

 

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Nona edizione del Dies Romanicus Turicensis: Call for papers

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Dies Romanicus Turicensis

(Metro-)Polis

La città nella Romània

15-16 giugno 2017

Call for Papers

L’istituto di Romanistica dell’Università di Zurigo organizza la nona edizione del Dies Romanicus Turicensis. Il convegno offre a giovani ricercatrici e ricercatori che si occupano di lingue romanze (sia in ambito letterario che linguistico) un’occasione di scambio scientifico a livello internazionale.

Durante gli ultimi decenni, in seno al movimento intellettuale dello spatial turn, in ambito scientifico si è dedicata sempre più attenzione alla categoria dello spazio, gradualmente emancipatasi da quella del tempo. La città è uno dei luoghi ricorrenti della riflessione linguistica e letteraria – si parta dall’esempio medievale della Matière de Rome per passare a La ciudad y los perros di Vargas Llosa, fino alle Città invisibili calviniane. L’accezione iniziale di Polis si è significativamente trasformata nel tempo: dalla caratterizzazione, nell’antichità classica, della cittadinanza, oggi la metropoli è piuttosto definita in virtù della sua estensione topografica. Tuttavia, la città metropolitana rappresenta molto di più di un immobile bacino geografico, e si lascia interpretare, come dimostra Lefebvre (La production de l’espace, 1974), anche come il prodotto di un preciso contesto socioculturale.

Lo scopo dell’incontro sarà illustrare come e in quale misura le metropoli incidano sulle lingue o sulle letterature romanze e quali prospettive offre uno studio della civiltà metropolitana da un punto di vista linguistico e letterario. Con l’accezione data da Hess-Lüttich (Metropolen als Ort der Begegnung und Isolation, 2011) si vuole approfondire l’ambiguo significato della metropoli. Verrà ritratta come un luogo utopico di apertura, dove il multilinguismo, la multiculturalità e l’innovazione conducono alla formazione dell’individuo e al produttivo incontro con l’altro? O apparirà piuttosto come una distopica struttura del potere che, – in contrasto con l’idillio pastorale – conduce all’alienazione dell’uomo, arrivando a simboleggiare il caos e l’angoscia dell’individuo? I temi dell’incontro saranno legati a queste rappresentazioni dicotomiche e alle diverse sfaccettature assunte dal concetto di metropoli nelle tappe fondamentali della cultura occidentale, dall’età antica e il Medioevo, all’Illuminismo e il Romanticismo, fino alla nostra contemporaneità.

 Argomenti di ricerca in ambito linguistico

• Sociolinguistica: studio delle varietà diatopiche, diafasiche, diastratiche e/o diamesiche negli ambienti urbani, così come la genesi o la differenziazione interna della lingua standard nella metropoli.

• Linguistica del contatto: descrizione ed analisi del multilinguismo e dei fenomeni ad esso connessi nello spazio urbano (ad esempio la commutazione di codice).

• Linguistica storica: l’influsso della metropoli sul mutamento linguistico.

• Linguistica interazionale e antropologica: studio di modelli linguistici e di strutture conversazionali nel contesto urbano.

Argomenti di ricerca in letteratura e negli studi culturali

• La metropoli – sia reale che immaginaria – come tema, metafora o motivo nei testi letterari, dall’iconografia nei manoscritti medievali fino alla cosiddetta “poesia urbana” (cf. Seitz, Um uns die Stadt: eine Anthologie neuer Großstadtdichtung,

1931).

• Analisi delle figure letterarie che si definiscono in base al contesto urbano (ad esempio i flâneur, i bohémien, gli outsiders, ecc.) così come il rapporto – problematico sin da Platone – dell’artista con l’ambiente metropolitano.

• Conseguenze della metropoli sui processi di scrittura letteraria: la genesi di nuovi sistemi comunicativi o di nuovi generi letterari, come i romanzi a più mani, i blog letterari, le poesie digitali, ecc.

• Riflessioni sul prodotto letterario come una sorta di “controdiscorso” rispetto ad un sistema metropolitano storicamente fondato sul neoliberismo.

Le proposte vanno inviate in forma di abstract anonimo (titolo, riassunto di massimo 2’000 caratteri e bibliografia) entro il 29 gennaio 2017 al seguente indirizzo: diesrom@rom.uzh.ch.

Nell’e-mail di accompagnamento si prega di indicare nome, affiliazione dell’autrice/dell’autore e titolo dell’abstract.

Sono previsti interventi di venti minuti seguiti da dieci minuti di discussione in plenum. I contributi devono essere originali e inediti. È prevista la pubblicazione dei contributi qualitativamente convincenti.

Comitato organizzatore

Carlota de Benito Moreno, Camilla Bernardasci, Laura Endress, Valeria Iaconis, Andrea Jud, André Masseno e Gina Maria Schneider

Convegno: La Shoah in Italia: call for papers

 

 

Call for papers

Convegno internazionale sulla letteratura italiana della Shoah Università di Zurigo (Svizzera), 10 e 11 maggio 2016

Il 10 e l’11 maggio 2016 si terrà, presso l’Università di Zurigo, un convegno internazionale dedicato alla letteratura italiana della Shoah a cui parteciperanno alcuni tra i migliori specialisti e specialiste della materia. Il call for papers si rivolge in particolare alle giovani ricercatrici e ai giovani ricercatori (livello di dottorato o post-dottorato) che si occupano di letteratura concentrazionaria italiana, in prospettiva sia letteraria che linguistica (Primo Levi, Liana Millu, Edith Bruck, Giuliana Tedeschi, Schlomo Venezia, ecc.).

Al di là delle occasioni celebrative, il Convegno si propone di esplorare il tema della deportazione italiana in un’ottica il più possibile inclusiva, che permetta di offrire una lettura critica dell’insieme delle testimonianze della letteratura concentrazionaria, a firma maschile e femminile. Saranno pertanto accettati contributi che adottino prospettive metodologiche diverse (dai gender studies all’analisi testuale fino agli approcci linguistici, senza escludere i cultural studies e le riflessioni teoriche) purché i testi di riferimento si attengano al corpus italiano della Shoah. Sono inoltre possibili aperture interdisciplinari, per esempio nell’ambito cinematografico e documentaristico, a condizione che venga mantenuto il focus sull’universo concentrazionario.

Le proposte – che, anche in vista di una successiva pubblicazione degli atti, devono essere originali e innovative (ossia non devono essere tratte da articoli già pubblicati o in via di pubblicazione e devono sforzarsi di portare nuova linfa alla ricerca sul tema) – dovranno essere inviate entro il 28 marzo 2016 all’indirizzo: sibilla.destefani@uzh.ch

L’abstract sarà composto di ca. 300 parole e accompagnato da un breve profilo biobibliografico del/della proponente (escluso dal conteggio delle 300 parole).

Il comitato organizzativo s’incaricherà di valutare le proposte pervenute e di comunicarne l’accettazione entro il 5 aprile 2016. Le persone selezionate saranno ospitate a Zurigo a spese dell’UZH (viaggio e pernottamento).

Lingue accettate: lingue della Confederazione Svizzera e inglese

Data del convegno: 10-11 maggio 2016

Luogo: Università di Zurigo, Svizzera

Enti organizzatori: Cattedra di Letteratura italiana (Prof. Dr. T. Crivelli) e Cattedra di Linguistica italiana (Prof. Dr. N. La Fauci) dell’Università di Zurigo

Per ulteriori informazioni: www.lashoahinitalia.ch

Rivista “altrelettere”: call for papers

altrelettere è una rivista digitale peer-reviewed, accessibile liberamente online, dedicata ad italianistica e studi di genere e ospitata dall’Università di Zurigo. La rivista pubblica articoli e recensioni relativi alla scrittura delle e sulle donne nell’ambito della letteratura italiana. Si accettano contributi inediti incentrati su ogni aspetto di questo argomento, senza limitazioni cronologiche e nelle principali lingue europee. altrelettere sarà lieta di valutare contributi per l’anno accademico 2015/2016. Il comitato scientifico esamina gli articoli ricevuti alla fine di ogni mese. I contributi possono essere inviati in ogni momento dell’anno e verranno pubblicati online subito dopo la loro accettazione definitiva.

Inviate i vostri testi all’indirizzo: altrelettere@rom.uzh.ch

Per consultare la rivista e per ulteriori informazioni su come inoltrare una proposta di pubblicazione, norme redazionali incluse, si veda il sito web: www.altrelettere.uzh.ch