Interventi di:
Johannes Bartuschat (Universität Zurich)
Gabriele Bucchi (Universität Basel)
Marie Dominique Couzinet (Université Paris I- Pantheon Sorbonne)
Jorge Ledo Martinez (Universidade da Coruña)
David Lines (University of Warwick)
Susanna Gambino Longo (Université Jean Moulin, Lyon 3)
Si può usare la virgola prima di e? E tra un soggetto e un predicato? Si può inserire il punto tra una frase principale e una subordinata? Il punto e virgola sta davvero scomparendo? Domande come queste figurano tra i principali dubbi espressi dal pubblico non specialista ai servizi di consulenza linguistica attivi in rete. In effetti, la punteggiatura pone numerosi problemi a chi scrive in italiano; e le reminiscenze scolastiche, nella maggior parte dei casi, confondono le idee anziché venire in aiuto. Per risolvere le difficoltà, è utile assumere un punto di vista diverso da quello della didattica tradizionale: occorre riconoscere alla punteggiatura il ruolo essenziale che ha nella comunicazione scritta e nella costruzione di testi coerenti. È questo il punto di vista della linguistica moderna, ed è anche il punto di vista assunto in questo libro: l’obiettivo del volume è aiutare lettrici e lettori a capire meglio come funziona la punteggiatura, a usare con maggiore consapevolezza i diversi segni interpuntivi, e – in ultima analisi – a scrivere meglio.
La novella di beffa presenta un profondo interesse narratologico. Da un lato, infatti, si presenta come abile macchinazione di menti maliziose, e dunque si svolge al livello della fabula (o plot). Dall’altro, una tale macchinazione non può realizzarsi senza la partecipazione della vittima: è infatti necessario sia che la beffa sia coerente col modo di essere e fare del beffato, sia che essa sia narrata tenendo conto del punto di vista del beffato.
Parlare e scrivere della Shoah comporta quasi obbligatoriamente parlare della memoria e della testimonianza. Ma il “paradigma della memoria” emerge nel dopoguerra insieme a una serie di altri paradigmi e di altre forme letterarie, in uno spazio conteso. La memoria stessa, dunque, va studiata e contestualizzata anch’essa nella sua contingenza storica. La conferenza intende tracciare una mappa del contesto in cui Primo Levi scrive e pubblica la prima edizione di Se questo è un uomo (1947), per capire le altre forme letterarie a cui attinge, insieme a, e oltre la memoria.
Il mito di un autore si fonda non solo sul suo peso culturale ma anche, e tavolta soltanto, sulle notizie riguardanti la sua vita. Vere o false poco importa, conta che siano memorabili e, se possibile, divertenti. Figuriamoci cosa succede con il poeta più rappresentativo della letteratura italiana. Gli aneddoti con Dante protagonista raccontano in realtà il percorso storico della ricezione del profilo intellettuale del poeta e alimentano il suo mito, anche grazie alla diffusione attraverso le immagini.
Il convegno, organizzato da Vincenzo Vitale (Università di Basilea) e Tobia R. Toscano (Università di Napoli Federico II), si propone di rinnovare il dibattito scientifico sul Novellino di Masuccio attraverso il contributo di molteplici prospettive metodologiche: quella filologica, linguistica e stilistica, che sarà al centro della prima parte del convegno; quella più schiettamente interpretativa, che ne caratterizzerà la parte centrale; e infine quella legata alla ricezione dell’opera nel Cinquecento. La sessione finale assumerà uno sguardo più ampio, di natura interdisciplinare, volto a indagare il Novellino dal punto di vista dei rapporti con la storia dell’arte e la storia politica e sociale.
Chi vorrà seguire da remoto dovrà annunciarsi alla signora Carmen Nägelin (carmen.naegelin@unibas.ch) per ricevere il link Zoom.
Il convegno si svolgerà presso l’Hotel Odelya (Missionsstrasse 21). Per raggiungere l’albergo dalla stazione ferroviaria di Basilea (Bahnhof SBB) si consiglia di prendere l’autobus numero 30 in direzione Badischer Bahnhof e di scendere alla fermata Spalentor, distante 2 minuti a piedi dall’hotel.