Premio Studer/Ganz per prosa inedita d’esordio

La fondazione Studer/Ganz, fondata nel 2005, promuove autrici e autori della Svizzera. Nel 2019 la Fondazione si rivolgerà per la terza volta alla Svizzera italiana, premiando il miglior manoscritto inedito in prosa di un’autrice o di un autore esordiente. La vincitrice/il vincitore sarà avvisato durante l’autunno 2019. Cerimonia di premiazione ad inizio 2020.


Condizioni

  • Possono essere inviati romanzi, racconti e novelle inediti (viene lasciata la massima libertà per gli altri generi; non raccolte di testi o racconti, a meno che non siano uniti da un evidente filo conduttore).
  • La poesia è esclusa.
  • I partecipanti non devono aver mai pubblicato un libro (eccetto libri di poesia), nemmeno in forma digitale, sia con un editore che a proprie spese.
  • Gli autori devono essere cittadini svizzeri o residenti in Svizzera.
  • Il manoscritto premiato sarà onorato con 2 000 franchi e la sua pubblicazione, compresa di rilettura ed eventuale revisione editoriale, affidata all’editore Gabriele Capelli.


Stesura

La partecipazione dovrà essere in forma anonima. I testi non dovranno contenere nessuna indicazione che possa far risalire all’autrice/autore. Le/i partecipanti invieranno il proprio testo (contrassegnato con una parola chiave) – inedito, in italiano, completo e composto da almeno 100 pagine – formattato come segue:

  • la pagina A4 standard dovrà contare al massimo 1 500 battute, spazi compresi;
  • carattere Times New Roman, grandezza del punto 14, interlinea 1.5, le pagine devono essere numerate e il testo dovrà disporre di un indice.

Ogni autrice/ogni autore può inviare un solo manoscritto; non è permesso inviare nuovamente testi che hanno partecipato ad un’edizione passata del Premio Studer/Ganz, neppure in versione rielaborata.


Invio

Nome, indirizzo, telefono, email e data di nascita dell’autore sono da indicare, unitamente alla parola chiave, su un documento separato, che va inviato insieme al testo.

Il testo e il documento accompagnatorio, in formato PDF, sono da spedire a info@studerganzstiftung.ch.


Giuria

La scelta sarà effettuata da una giuria di esperti composta da autrici/autori e da mediatrici/mediatori letterari. Sulla sua decisione non si terrà nessuna corrispondenza e sono escluse le vie legali.


Informazioni

Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere alla Fondazione Studer/Ganz.

Termine di invio

31 luglio 2019

https://chiassoletteraria.ch/2019/premio-studer-ganz-per-prosa-inedita-desordio/

Il catalogo editoriale come immaginario

Workshop «Berufsperspektiven Romanistik»con Andrea Gentile

Direttore Editoriale «Il Saggiatore», Milano

Lavorare in una casa editrice non significa pubblicare libri, bensì lavorare con una materia sfuggente, fantasmatica: l’immaginario. In questo senso, il lavoro editoriale si costituisce come “macchina poetica”. In questo workshop, Andrea Gentile proverà a illustrare, dialogando con i partecipanti, come costruire un catalogo di una casa editrice non sia altro che costruire un’unica, grande visione del mondo.

Venerdì 22 Marzo 2019, 10.15-13.00, aula RAA-G-D01 

Uni-Zentrum, Asien-Orient-Institut, Rämistr. 59, Zürich

Studentesse e studenti, dottorande/i, interessate/i sono cordialmente invitate/i a a partecipare.

Andrea Gentile è nato a Isernia il 16 gennaio 1985 e vive a Milano. È scrittore e direttore editoriale de il Saggiatore. È autore, tra gli altri, dei romanzi L’impero familiare delle tenebre future (il Saggiatore, 2012), Volevo tutto: la Vita nuova (Rizzoli, 2014) e I vivi e i morti(minimum fax, 2018), finalista all’edizione 2019 del Premio Volponi e del Premio Bergamo.

Organizzazione: Gianna Conrad & Sara Ferrilli

Doktoratsprogramm Romanistik: Methoden und Perspektiven

Letteratura dei vivi e dei morti

Andrea Gentile

Scrittore e Direttore Editoriale «Il Saggiatore», Milano

Da sempre la letteratura vive negli interstizi. Prova a espandere l’istante, a vivere, dentro il testo che si compie, l’esperienza di sospendere il tempo. Andrea Gentile propone un percorso poetico per emblemi, alternando letture di classici, stralci di canzoni e film. L’incontro non intende presentare un libro, bensì esplorare alcune delle infinite possibilità con cui la letteratura ha indagato l’interstizio solenne che separa i vivi e i morti.

Giovedì 21 Marzo 2019, 18.15-19.30, aula D-31 

Romanisches Seminar, Zürichbergstr. 8, Zürich

Docenti, studentesse/i, dottorande/i, interessate/i sono cordialmente invitate/i.

Andrea Gentile è nato a Isernia il 16 gennaio 1985 e vive a Milano. È scrittore e direttore editoriale de il Saggiatore. È autore, tra gli altri, dei romanzi L’impero familiare delle tenebre future (il Saggiatore, 2012), Volevo tutto: la Vita nuova (Rizzoli, 2014) e I vivi e i morti(minimum fax, 2018), finalista del Premio Volponi 2019 e del Premio Bergamo 2019.

Organizzazione: Gianna Conrad & Sara FerrilliDoktoratsprogramm Romanistik: Methoden und Perspektiven

Angioini e Capetingi nella “Commedia”

Prof. Paolo Borsa (Università degli Studi di Milano)

Paolo Borsa (Università degli Studi di Milano) proporrà un duplice approccio alla figura e all’opera dantesca in occasione della “Giornata della Dante”. Al rigore filologico della conferenza, dedicata agli Angioini e ai Capetingi nella “Commedia”, seguirà un momento ludico e conviviale con il gioco dell’oca dedicato all'”Inferno”, “Stai fermo un girone”, ideato dal gruppo di ricerca “Coordinate dantesche” dell’Università di Milano.
 Data: Lunedì 27 maggio 2019
Luogo: Romanisches Seminar, Zürichbergstrasse 8, 8032 Zürich
Orario: 18:15
Aula: D-31
Enti organizzatori: Cattedra di Letteratura Italiana Italiana di Zurigo (Prof. Johannes Bartuschat), Programma dottorale Romanisches Seminar, Società Dante Alighieri Zurigo
Per informazioni:  martina.albertini2@uzh.ch

X Dies Romanicus Turicensis

X Dies Romanicus Turicensis

L’Istituto di Romanistica dell’Università di Zurigo, in seno alla celebrazione del 125˚ anniversario della sua fondazione, organizza la decima edizione del Dies Romanicus Turicensis sul tema “Corpus/Corpora tra materialità e astrazione”. Il convegno offre a giovani ricercatrici e ricercatori che si occupano di lingue romanze (negli ambiti degli studi letterari, linguistici e culturali) un’occasione di scambio scientifico a livello internazionale. Il programma dettagliato sarà comunicato separatamente.Data: Da giovedì 13 a venerdì 14 giugno 2019
Luogo: Romanisches Seminar, Zürichbergstrasse 8, 8032 Zürich
Aula: KO2-F-153
Enti organizzatori: Comitato organizzatore del Dies Romanicus Turicensis
Per informazioni:   diesrom@rom.uzh.ch

La scrittura manifestaria dell’avanguardia 

Prof. Luca Somigli (Università di Toronto) 

Nell’ambito della decima edizione del “Dies Romanicus Turicensis”, il Prof. Luca Somigli (Università di Toronto) terrà un workshop per dottorandi, dottorande e Post-Doc dedicato al tema della scrittura manifestaria dell’avanguardia. Il workshop si terrà in italiano, ma i contributi dei partecipanti e delle partecipanti potranno essere in francese, spagnolo, italiano e inglese.Data: Mercoledì 12 giugno 2019
Luogo: Romanisches Seminar, Zürichbergstrasse 8, 8032 Zürich
Orario: 10:15
Aula: D-31
Enti organizzatori: Comitato organizzatore del Dies Romanicus Turicensis
Per informazioni:  diesrom@rom.uzh.ch

[CFP] Theories and Methods for History of Translation / Teorie e metodi per la Storia della traduzione / Théories et méthodes pour l’Histoire de la traduction

CALL FOR PAPERS

 

 

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Teorie e metodi per la Storia della traduzione

 *

un progetto di

Tatiana Crivelli Speciale
(Full Professor, Romanisches Seminar, UZH)

Riccardo Raimondo
(Post-Doc, University of Zurich)

Thomas Vuong
(Post-Doc, University Paris 13)

*

in collaborazione con:
Romanisches Seminar (UZH, Zurich)
Doktoratsprogramms «Romanistik: Methoden und Perspektiven» (UZH, Zurich)
Équipe de Recherche Pléiade (Université Paris13)
University of Ottawa

 

 

Teorie e metodi per la Storia della traduzione

Nelle prime righe della sua opera, L’épreuve de l’étranger (1984), Antoine Berman affermava che «la costituzione di una storia della traduzione è il primo compito di una teoria moderna della traduzione» (Berman 1984: 12). Questa riflessione, a trent’anni di distanza, non può che apparire profetica: lo studio delle traduzioni traccia oggi nuovi cammini, poiché si pensa e si ripensa alla luce delle altre discipline e, in particolare, poiché aspira a far parte della storia letteraria. Nel 1998, in un lavoro pionieristico, Anthony Pym abbozzava una serie di paradigmi per la Storia delle traduzioni: non solo rifletteva su questa disciplina da un punto di vista epistemologico ma offriva anche ai lettori una prima vera «metodologia» (Pym 1998). L’urgenza scientifica di questo nuovo ambito di ricerca ha cambiato il punto di vista della comunità accademica internazionale e possiamo ormai considerare l’insieme dei testi tradotti non solo come della “letteratura” (alla quale si limita troppo spesso lo studio delle traduzioni) ma anche come un “patrimonio intellettuale” che gioca un ruolo cruciale nella storia dei saperi e delle idee (Ballard 2013).

Numerosi articoli, ricerche, tesi di dottorato e altre imprese ben più ambiziose si sono moltiplicate durante gli ultimi anni. È sufficiente segnalare, a titolo d’esempio, due grandi progetti collettivi per dare ai lettori un saggio dello spirito del tempo: la collezione The Oxford History of Literary Translation in English diretta da Stuart Gillespie e David Hopkins (Oxford University Press, 2006-2010) e la collezione Histoire des traductions en langue française diretta da Yves Chevrel e Jean-Yves Masson (Lagrasse, Verdier, 2012-2016).

Tuttavia, nonostante la ricchezza della produzione scientifica, le questioni epistemologiche, teoriche e metodologiche sembrano essere sempre più ignorate nei lavori che hanno l’ambizione di realizzare una storia delle traduzioni. Le sfide di ogni metodo traduttologico influenzano fortemente l’approccio e i risultati della ricerca: ci sembra che le commentatrici e i commentatori, le ricercatrici e i ricercatori più attenti trarrebbero un notevole profitto da un’indagine epistemologica.

Questo Congresso internazionale intende offrire al pubblico universitario un’occasione inedita per riflettere su degli aspetti puramente metodologici. Al di là dello studio dell’opera, del testo, del genere o del corpus, bisognerà dedicare un’attenzione particolare a una visione d’insieme, lasciarsi trasportare da un’ispirazione cartografica.

Come sostiene Astrid Guillaume (2014), bisognerebbe quindi considerare come punto d’inizio, ovviamente, i testi di partenza e quelli di arrivo, ma non limitarsi solo al testo, al corpus e al genere: lo studio delle traduzioni deve contemplare «intere epoche storiche […] dal punto di vista della durata e della contrastività, la storia delle mentalità nel divenire e i tempi che formano lo spirito o influenzano delle generazioni intere» (Guillaume 2014: 381-382). François Rastier metteva già l’accento, nel 2011, sulla necessità di una visione interdisciplinare della storiografia: «le lingue sono troppo spesso ridotte a dei dizionari e delle grammatiche, o a delle sintassi. Bisogna tuttavia tener conto, oltre che del sistema, dei corpus (corpus di lavoro e corpus di riferimento), dell’archivio (quindi della lingua storica), infine delle pratiche sociale nell’ambito delle quali si effettuano le attività linguistiche» (Rastier 2011: 14).

Le future storie delle traduzioni dovrebbero allora confrontarsi con dei dispositivi teorici che permettano di descrivere dei processi storici complessi, oltre che di render conto della dimensione socio-culturale. La storiografia delle traduzioni non potrà quindi ritardare ulteriormente il dialogo, persino lo scontro, con delle nozioni che sono fondatrici nei metodi storiografici e nella critica letteraria. Si evocherà, per esempio, la questione della costituzione di un canone traduttivo, l’identificazione e lo studio delle differenti «tradizioni traduttive» (Venuti 2005) in una prospettiva diacronica, ma anche la possibilità di distinguere degli «immaginari della traduzione» (Raimondo 2016) che ci permettono di descrivere, da un lato, la soggettività dei traduttori (immaginari dei traduttori), dall’altro, le diverse concezioni e rappresentazioni della traduzione (immaginari del tradurre) coinvolti nella ri-mediazione e nella trasmissione dei testi. La storia dei traduttori non può quindi fare a meno della storia del tradurre considerata come cronaca della «cultura della traduzione» (Burke 2007). La storia della traduzione ci offre infine delle prospettive innovanti sullo statuto stesso della traduttologia che si sta aprendo non solo a un «nuovo storicismo comparato» (Coldiron 2011: 98) ma anche a una «traduttologia comparata» (Tyulenev and Zheng 2017).

Per il raddoppiamento delle fonti e la difficoltà nel costruire dei corpora, per la moltiplicazione dei riferimenti testuali e degli elementi paratestuali, per le numerose questioni linguistiche, interlinguistiche e translinguistiche ch’essa pone, la traduttologia diventa un ambito privilegiato per ripesare le fondamenta degli approcci letterari e storiografici. Il compito del critico delle traduzioni è reso più difficile poiché la storia delle traduzioni si confronta non solo all’alterità dell’autore ma anche a quella del traduttore, all’interno di una dinamica di raddoppiamento degli orizzonti. La coscienza di ogni storiografo oscilla vertiginosamente fra il bisogno d’erudizione e il rischio necessario della finzione narrativa, un dissidio che comporta una prudenza euristica. Desideriamo quindi non solo tracciare i contorni di una storia dotta, ma anche considerare la possibilità di riscrivere una nuova storia, un’altra storia, forse persino una «storia naturale della traduzione» (Le Blanc, in uscita 2019).

Le ricercatrici e i ricercatori sono invitati a elaborare dei dispositivi teorici e delle soluzioni metodologiche per la Storia della traduzione. Sono proposte qui di seguito alcune piste di riflessione senza pertanto alcuna pretesa di esaustività:

  • riflessioni epistemologiche per la storia delle traduzioni;
  • nuove teorie per la storia delle traduzioni;
  • metodi storiografici;
  • costituzione ed evoluzione dei corpora;
  • soluzioni per la suddivisione cronologica;
  • la traduttologia attraverso il prisma della storia dei saperi e delle idee;
  • banche dati e “storiografie digitali”;
  • lettura, rappresentazioni grafiche e interpretazione dei dati storiografici;
  • storia delle traduzioni e transmedialità
  • storia delle traduzioni inter-semiotiche (cinema, televisione, arti visive, ecc.);
  • canoni di traduzioni
  • immaginari dei traduttori e immaginari del tradurre

Le proposte d’intervento dovranno essere inviate in italiano, inglese o francese ai indirizzi segnalati qui sotto entro e non oltre l’1 febbraio 2019. Le proposte comporteranno un riassunto di massimo 300 parole, un titolo, una breve notizia biobibliografica e i contatti (e-mail, telefono, ecc.). Le candidate e i candidati selezionati saranno informati all’inizio del mese di febbraio. Il Congresso si terrà al Romanisches Seminar (Università di Zurigo) il 15 e 16 aprile 2019 e si concluderà con una conferenza di Charles Le Blanc (Professore Ordinario, uOttawa) in occasione della pubblicazione del suo ultimo libro Histoire naturelle de la traduction (Paris, Les Belles Lettres, in uscita 2019).

Gli interventi potranno diventare l’oggetto di una pubblicazione. Questi testi dovranno essere inediti, dovranno passare attraverso un’ulteriore selezione e dovranno essere inviati nei mesi successivi al Congresso.

 

Contatti

Dr. Thomas Vuong, ths.vuong@gmail.com

Dr. Riccardo Raimondo, riccardo.raimondo@uzh.ch

 

Bibliografia indicativa

Anne E. B. COLDIRON, ‘Toward A Comparative New Historicism: Land Tenures and Some Fifteenth-Century Poems’, Comparative Literature, vol. 53.2 (2001), p. 97-116.

Michel BALLARD, Histoire de la traduction : repères historiques et culturels, Bruxelles, De Boeck, 2013.

Antoine BERMAN, L’Épreuve de l’étranger. Culture et traduction dans l’Allemagne romantique, Paris, Gallimard, 1984.

Peter BURKE, ‘Cultures of Translation in Early Modern Europe’, in Peter BURKE and R. Po-chia HSIA (ed.), Cultural Translation in Early Modern Europe, Cambridge, Cambridge University Press, 2007, p. 7-38.

Astrid GUILLAUME, ‘Vers une sémiotique diachronique et contrastive des cultures’, in Driss ABLALI, Sémir BADIR, Dominique DUCARD (ed.), Documents, textes, œuvres. Perspectives sémiotiques, Presses Universitaires de Rennes, 2014, p. 381-406.

The series ‘Histoire des traductions en langue française’, ed. by Yves Chevrel et Jean-Yves Masson (Lagrasse, Verdier, 2012-2016).

The series ‘The Oxford History of Literary Translation in English’, ed. by Stuart Gillespie, David Hopkins (Oxford University Press, 2006-2010)

Charles LE BLANC, Histoire naturelle de la traduction, Paris, Les Belles Lettres, forthcoming January 2019.

Anthony PYM, Method in Translation History, Manchester, St. Jerome Publishing, 1998.

Riccardo RAIMONDO, ‘Orphée contre Hermès: herméneutique, imaginaire et traduction (esquisses)’, Meta, vol. 61 (2016), p. 650-674.

François RASTIER, La mesure et le grain. Sémantique de corpus, Paris, Champion, 2011.

Sergey TYULENEV and Binghan ZHENG (ed.), Toward Comparative Translation and Interpreting Studies, Amsterdam, John Benjamins, p. 197-212.

Lawrence VENUTI, ‘Translation, History, Narrative’, Meta, vol. 50.3 (2005), p. 800-816.

 

Link al sito

CfP: X Dies Romanicus Turicensis

Corpus/Corpora
tra materialità e astrazione
13-14 giugno 2019
Call for Papers

 

L’Istituto di Romanistica dell’Università di Zurigo, in seno alla celebrazione del 125˚ anniversario della sua fondazione, organizza la decima edizione del Dies Romanicus Turicensis. Il convegno offre a giovani ricercatrici e ricercatori che si occupano di lingue romanze (negli ambiti degli studi letterari, linguistici e culturali) un’occasione di scambio scientifico a livello internazionale.

Mon corps, en fait, il est toujours ailleurs, il est lié à tous les ailleurs du monde, et à vrai dire il est ailleurs que dans le monde. Car c’est autour de lui que les choses sont disposées, c’est par rapport à lui – et par rapport à lui comme par rapport à un souverain – qu’il y a un dessus, un dessous, une droite, une gauche, un avant, un arrière, un proche, un lointain. Le corps est le point zéro du monde, là où les chemins et les espaces viennent se croiser. Le corps n’est nulle part.
MICHEL FOUCAULT, L’utopie du corps, Conférence radio, France Culture (1966)

 

I lavori di Foucault sulla definizione del corpo come luogo su cui si giocano i processi di assoggettamento e di esercizio del potere hanno costituito un fondamentale momento di riflessione filosofica e politica, ponendo le basi anche per il superamento stesso della materialità corporea come sinonimo di soggettività. Arendt e Agamben hanno ulteriormente contribuito al dibattito, rilanciando le considerazioni aristoteliche sul ruolo dell’apolide, di per sé sciolto dal vincolo di appartenenza al corpo sociale, e vi hanno individuato il soggetto che attualmente incarna il ‘politico’. Tali speculazioni filosofiche, lungi dai loro risvolti in ambito prettamente politico, hanno trovato numerose applicazioni anche negli studi linguistici, letterari e culturali. L’oggetto di ricerca di queste discipline coincide infatti non solo con questioni di materialità testuale e linguistica, ma anche con un’inesausta riflessione sul corpo come entità che definisce al contempo il soggetto, la sua azione e le relazioni che intrattiene con l’Altro. Le considerazioni sul corpo come entità esclusivamente umana, associabile in toto all’esercizio del potere, costituiscono, infatti, il cuore di discipline come gli Studi di genere, gli Studi postcoloniali e gli Studi sul postumano, mentre la definizione del corpus e dei corpora testuali è fondamentale anche in filologia, letteratura e linguistica, dove appunto lo/a studioso/a è chiamato/a a individuare e a circoscrivere l’oggetto della propria analisi. In questa prospettiva il concetto di Corpus/Corpora in senso astratto costituisce un’adeguata base di partenza per ricerche scientifiche applicabili ai più svariati domini degli studi umanistici.
A partire da tali riflessioni, la decima edizione del Dies Romanicus Turicensis si propone di riflettere sul tema Corpus/Corpora sia in senso materiale sia come astrazione.

 

Argomenti di ricerca in ambito linguistico

• L’importanza del corpus in linguistica come base per le ricerche e il suo utilizzo in vari ambiti (sincronico, diacronico, dialettometrico, areale, micro e macrovariazionistico, tipologico, ecc.);
• La creazione di un corpus e le difficoltà riscontrate nella realizzazione, nelle fasi di lavoro, nell’annotazione, nella taggatura, visualizzazione dei dati, ecc.;
• I vari tipi di corpus (per es. monolingue/multilingue, testuale/orale) e quanto possano essere utili per la ricerca linguistica;
• I vantaggi provenienti da un corpus digitale: la possibilità di trattare una grande mole di dati e la sua applicazione (per es. nell’insegnamento e apprendimento delle lingue).

 

Argomenti di ricerca in letteratura e negli studi culturali

• Corpus come entità depositaria dell’identità umana, culturale e di genere (corpo biologico, socioculturale e politico; questioni di appartenenza e negazione di identità, diritti e status nelle rappresentazioni letterarie e culturali);
• Il corpo come materialità e le sue mutazioni (superamento della centralità e dell’unità del corpo umano, identità ibride, contaminazione e identità fluide);
• Il ruolo del corpo nella letteratura e le sue interpretazioni sia in senso metaforico che letterale;
• Il corpus di manoscritti e il suo impiego in filologia e letteratura (considerazioni sulla tradizione testuale di un testo o di un insieme di testi, quali i canzonieri e i manoscritti miscellanei), e il corpus testuale come base per ricerche storiche e socioculturali.

Le proposte vanno inviate in forma di abstract anonimo (titolo, riassunto di massimo 2000 caratteri, bibliografia esclusa) entro il 20 gennaio 2019 al seguente indirizzo: diesrom@rom.uzh.ch. Nell’e-mail di accompagnamento si prega di indicare nome, affiliazione dell’autrice/dell’autore e titolo dell’abstract.
Sono previsti interventi di venti minuti seguiti da dieci minuti di discussione in plenum. I contributi devono essere originali e inediti. Il comitato di organizzazione prevede la pubblicazione di una selezione di contributi.

Comitato organizzatore
Martina Albertini, Dayron Carrillo Morell, Sara Ferrilli, Alberto Giudici, Seraina Montigel, Stefano Negrinelli, Claudia Tassone

 

 

 

BANDO DI CONCORSO

BANDO DI CONCORSO

A partire da febbraio 2019 è prevista presso la

Cattedra di Letteratura italiana della Prof. Dr. Tatiana Crivelli,

Romanisches Seminar, Università di Zurigo

 

l’assunzione di 1 Hilfsassistent/in al 10%

(circa 4 ore alla settimana)

 

Requisiti per la candidatura:

  • studentesse e studenti di Letteratura italiana dell’UZH (preferibilmente di BA avanzato o primo anno di MA);
  • ottima conoscenza della lingua italiana;
  • ottima capacità di redazione testuale;
  • buona dimestichezza con le applicazioni informatiche standard (elaborazione testi, banche dati, ecc.);
  • disponibilità al lavoro di gruppo e alla cooperazione;
  • serietà e impegno nello svolgimento dei compiti assegnati.

Le persone interessate sono pregate di inviare un breve curriculum vitæ (con la lista dei corsi universitari frequentati) entro il 18 novembre 2018, all’indirizzo seguente: riccardo.raimondo@uzh.ch

Le candidate e i candidati i cui profili saranno ritenuti idonei verranno invitate/i ad un colloquio (di presenza o in video-conferenza) entro la fine del semestre autunnale 2018.

Per ulteriori informazioni, si prega di contattare Riccardo Raimondo, tel. +41(0)446343623 (dal mercoledì pomeriggio al venerdì) oppure di scrivere a riccardo.raimondo@uzh.ch

Bando di concorso presso l’Università di Zurigo

BANDO DI CONCORSO

A partire dal 1 gennaio 2019 è prevista presso il

Romanisches Seminar dell’Università di Zurigo

Cattedra della Prof. Dr. Tatiana Crivelli Speciale

l’assunzione a tempo parziale (50%) di una/un

Assistente di letteratura italiana

 

Requisiti indispensabili per la candidatura:

  • laurea (MA) in letteratura italiana, preferibilmente con titolo conseguito da non più di tre (3) anni;
  • desiderio di proseguire la propria formazione accademica con conseguimento di un titolo di dottorato;
  • ottima conoscenza della lingua tedesca (si darà la preferenza a candidate/i bilingui) e buon livello di inglese;
  • esperienza o comprovato interesse per l’attività didattica;
  • buona dimestichezza con le applicazioni informatiche standard (elaborazione testi, banche dati, ecc., preferibilmente in ambiente Mac) e interesse all’aggiornamento in materia;
  • disponibilità al lavoro di gruppo e alla cooperazione.

Nel rispetto dello spazio necessario allo svolgimento della ricerca scientifica individuale, alla quale si desidera fornire supporto, sono previsti i seguenti compiti: svolgimento di incarichi di insegnamento a livello BA; collaborazione alle attività didattiche e ai progetti scientifici della titolare della cattedra; assistenza alle studentesse e agli studenti (sia durante le lezioni, sia nella preparazione individuale); ideazione, sviluppo e gestione di moduli didattici online; lavori amministrativi; traduzioni; assistenza a sedute d’esame; catalogazione di libri per la biblioteca dell’istituto. Altri compiti individuali verranno regolati previo colloquio con la persona prescelta.

La retribuzione e le condizioni generali d’impiego sono stabilite dal Regolamento cantonale vigente.

Le persone interessate sono pregate di inviare entro il 15 ottobre 2018:

  • curriculum vitae (contenente indicazioni chiare circa le proprie competenze linguistiche e due indirizzi di contatto per referenze),
  • lettera di motivazione,
  • descrizione degli ambiti di interesse, ev. progetto di ricerca,
  • breve autovalutazione della propria esperienza, ev. della propria concezione, della didattica,
  • copia degli attestati dei titoli di studio

all’indirizzo elettronico della segretaria della cattedra: segrlettit@rom.uzh.ch

Le candidate e i candidati i cui profili saranno ritenuti idonei verranno invitate/i ad un colloquio personale nel corso dell’ultima settimana di ottobre.

 

Per ulteriori informazioni si prega di contattare:

Gianna Conrad, Romanisches Seminar, UZH

Tel. +41 44 634 36 23

E-mail: gianna.conrad@rom.uzh.ch