La critica letteraria nell’Italia del Settecento. Forme e problemi (Longo 2017)

a cura di Gabriele Bucchi e Carlo Enrico Roggia.

 

Negli ultimi decenni del Seicento l’Italia si trovò a fare i conti con gli albori di una critica letteraria di stampo europeo che, pur richiamandosi ai modelli classici (Aristotele, Orazio, il trattato Del sublime), mostrava sul piano delle forme e dei contenuti caratteri in gran parte nuovi e ad essa sconosciuti. È però nel corso del secolo successivo che, accettato il confronto con il prestigio acquisito dalle altre nazioni (Francia e Inghilterra soprattutto), letterati, eruditi e critici italiani si impegnarono più decisamente a ripensare categorie e modalità riflessive ereditate dalla tradizione. Il dibattito sulla letteratura ne uscì rinnovato tanto nelle categorie critiche che nel progressivo ampliamento dei generi testuali: al dialogo e al trattato succedono l’articolo di giornale, il pamphlet, la lettera satirica, il dialogo immaginario, il saggio monografico, la parodia metaletteraria. Accanto a queste nuove tipologie di intervento critico, frutto di un’ansia di rottura col passato ma anche di umori e idiosincrasie personali, l’erudizione e la filologia del Settecento hanno portato a compimento iniziative editoriali ancor oggi preziose e ineguagliate. Gli undici saggi che compongono il volume, frutto di due giornate di studio svoltesi all’Università di Losanna nell’ottobre 2016, gettano luce su queste forme di ripensamento o di sistemazione della nostra tradizione letteraria, nonché al sorgere di nuovi interrogativi sul ruolo della letteratura e del letterato nell’età dei Lumi.

 

Indice

Giulio Camber Barni, La Buffa e altre poesie (Libreria del Ponte rosso, 2017)

A cura di Lorenzo Tommasini; prefazione di Walter Chiereghin; con un saggio critico di Fulvio Senardi.

 

Giulio Camber Barni (1891-1941) fu uno di quei triestini che all’epoca della Prima guerra mondiale, nonostante fossero sudditi dell’Impero autro-ungarico, decisero di combattere con l’esercito italiano. Da questa esperienza trasse spunto per la composizione di un volume di versi, La Buffa, pubblicata prima in rivista e poi, nel 1935, in volume. Nei suoi versi Barni si concentra sopratutto sugli aspetti più quotidiani e umani del conflitto con una grande capacità narrativa che gli ha attirato i consensi di critici e letterati importanti quali Umberto Saba, Virgilio Giotti ed Eugenio Montale. La sua opera trova ora una nuova sistemazione critica in questo volume che raccoglie tutte le poesie pubblicate accompagnate da un apparato che dà conto delle varianti fra le edizioni.

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Lorenzo Tomasin, L’impronta digitale. Cultura umanistica e tecnologia (Carocci 2017)

 

L’informatica è davvero il latino del XXI secolo, come afferma oggi chi propone la cultura tecnologica quale nuovo cardine di istruzione, ricerca e politica culturale? La tecnologia sta influendo profondamente sulla cultura umanistica: dalla formazione di base alla ricerca avanzata, essa non offre solo preziosi strumenti al servizio delle scienze, e delle scienze umane in particolare, ma in molti casi tende a riscriverne obiettivi e linguaggi, ponendone in discussione il ruolo nella società e nel sistema dei saperi. Anziché come proficuo mezzo a disposizione di tutte le discipline, la tecnologia si pone spesso come fine o centro del discorso culturale. Il rimedio a questa deriva non è la tecnofobia, ma un’alternativa ragionevole all’oltranza digitale. Nel volume l’autore propone una risposta graffiante ai pericoli di una diffusa idea ingegneristica di lingue, storia e cultura.

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SANTI, SANTITÀ E AGIOGRAFIE NELL’ITALIA SETTENTRIONALE. Percorsi letterari e storico-artistici tra Medioevo e età moderna (ETS 2017)

Quaderni della Sezione di Italiano dell’Università di Losanna (14)

a cura di Simone Albonico e Nicolas Bock

 

 

Lo studio della fortuna storica dei santi, e di ciò che gli si annette sul versante spirituale e ideologico, costituisce senza dubbio un campo arduo da molti punti di vista: documentario (per la varietà e il numero altissimo delle resultanze, che si fatica a dominare), metodologico (per la necessità di un incrocio tra ambiti disciplinari di norma separati), espressivo-linguistico (per l’opportunità di ricostruire la fortuna del santo tanto nei testi quanto nelle arti) e cronologico (per l’estensione plurisecolare e spesso millenaria delle trafile testuali, artistiche, liturgiche e devozionali). A ciò si aggiunge la caratterizzazione geografica delle tradizioni, evidente e nota nelle espressioni figurate ma non meno significativa per le scritture e per gli aspetti cultuali.
Il volume si propone di rappresentare, almeno in parte, tale varietà e complessità: incentrato su un’ampia regione culturale in colloquio continuo con quelle circostanti ma con peculiarità ben individuabili, promuove la convivenza di prospettive d’indagine storica, artistica, letteraria e ideologica come impostazione critica ideale per affrontare questo vasto e articolato comparto degli studi.

 

Contributi di Piero Majocchi, Stefano Candiani, Denise Zaru, Zeno Verlato, Simone Albonico, Frédéric Elsig, Saida Bondini, Anne Jacobson Schutte.

 

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FEDERICO HINDERMANN POETA E INTELLETTUALE (ETS 2017)

Quaderni della Sezione di Italiano dell’Università di Losanna (13)

a cura di Matteo Pedroni

 

A una ponderata lettura dell’opera di Federico Hindermann (1921-2012) da sempre si oppone la mancanza di una considerazione complessiva delle sue componenti principali. Ragioni geografiche, cronologiche e linguistiche hanno infatti separato l’attività dell’intellettuale, attivo fin dagli anni ’40, tra Basilea e Zurigo, nell’ambito del giornalismo culturale e dell’editoria, da quella del poeta in italiano, sbocciata improvvisamente, a sud delle Alpi, trent’anni dopo. La critica ha certamente sofferto di queste fratture e ha finora operato nella discontinuità: la perlustrazione che qui si offre, a largo raggio e con prospettive variate, si propone di fornire un primo ritratto unitario di una figura che ha lasciato una traccia significativa su diverse generazioni di scrittori e uomini di cultura italiani e svizzeri.

Nel volume sono raccolti saggi di Georges Güntert, Fabio Pusterla, Pietro Montorfani, Georgia Fioroni, Stefano Barelli, Rodolfo Zucco, Matteo M. Pedroni, Anna Felder, Enrico Lombardi, Niccolò Scaffai, Antonella Pilotto. L’Inventario del “Fondo Federico Hindermann” di Berna è curato da Daniele Cuffaro.

 

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